Nel corso degli Anni Settanta e Ottanta, una seppur minima riflessione sull’uomo considerava quale base assiologia di riferimento il binomio essere-avere, reso accessibile alla comune conoscenza dal celebre saggio di Eric Fromm ; a lungo si è discettato, in modo tanto perspicuo da sfiorare la banalità, sulla necessità del recupero dei valori necessari al vivere bene piuttosto che soggiacere alle compensazioni fornite dal possedere e dal posseduto: di quei valori, in buona sostanza, così intimamente connessi alla natura dell’uomo da essere imprescindibili. L’icastica dicotomia era una delle chiavi interpretative dei possibili percorsi di comprensione dei cambiamenti che si verificano all’interno di un processo storico, con l’individuazione di protagonisti, personaggi, forze sociali che si scontrano e si confrontano, all’interno del quale, ancora, le ideologie avevano peso e imprimevano forza alla possibilità del cambiamento stesso; con la fine delle ideologie, che certo non è, nonostante molti lo sostengano, la fine della Storia , l’asse della riflessione ha tuttavia subito uno spostamento di connotazione sismica. La rivoluzione operata dal web, l’introduzione massiva dell’uso dei social nelle vite degli abitanti del mondo occidentale, implicano un quadro di riferimento profondamente mutato , nel quale campeggia a lettere sempre più chiare un’endiadi nuova che si va cristallizzando, essere-apparire, all’interno della quale il secondo dei due termini comincia a essere di gran lunga preponderante rispetto al primo, poiché la sua insistenza ha stravolto i canoni tradizionali coi quali l’uomo, l’essere pensante, si relaziona al mondo, e attraverso i quali prova a riflettere su se stesso. Nella contemporanea esegesi delle fonti plurime di conoscenza dei dati solo apparentemente immateriali relativi a internet, non si valuta a sufficienza l’ordito di raffinatissimo patchwork intessuto dalle molteplici espressioni, dalla più intima alle più estreme, di questa modalità di estrinsecazione -e di socializzazione-, sia nella sua fase costitutiva che nei conseguenti sviluppi. In effetti il concetto dell’apparire, in un’accezione forzatamente univoca e sistematica, fa riferimento solo al suo tema d’elezione, finendo col farne mancare il senso pur quando si abbia l’impressione di averlo centrato
ESSERE O NON ESSERE? MEGLIO APPARIRE
ALIBRANDI, Rosamaria
2016-01-01
Abstract
Nel corso degli Anni Settanta e Ottanta, una seppur minima riflessione sull’uomo considerava quale base assiologia di riferimento il binomio essere-avere, reso accessibile alla comune conoscenza dal celebre saggio di Eric Fromm ; a lungo si è discettato, in modo tanto perspicuo da sfiorare la banalità, sulla necessità del recupero dei valori necessari al vivere bene piuttosto che soggiacere alle compensazioni fornite dal possedere e dal posseduto: di quei valori, in buona sostanza, così intimamente connessi alla natura dell’uomo da essere imprescindibili. L’icastica dicotomia era una delle chiavi interpretative dei possibili percorsi di comprensione dei cambiamenti che si verificano all’interno di un processo storico, con l’individuazione di protagonisti, personaggi, forze sociali che si scontrano e si confrontano, all’interno del quale, ancora, le ideologie avevano peso e imprimevano forza alla possibilità del cambiamento stesso; con la fine delle ideologie, che certo non è, nonostante molti lo sostengano, la fine della Storia , l’asse della riflessione ha tuttavia subito uno spostamento di connotazione sismica. La rivoluzione operata dal web, l’introduzione massiva dell’uso dei social nelle vite degli abitanti del mondo occidentale, implicano un quadro di riferimento profondamente mutato , nel quale campeggia a lettere sempre più chiare un’endiadi nuova che si va cristallizzando, essere-apparire, all’interno della quale il secondo dei due termini comincia a essere di gran lunga preponderante rispetto al primo, poiché la sua insistenza ha stravolto i canoni tradizionali coi quali l’uomo, l’essere pensante, si relaziona al mondo, e attraverso i quali prova a riflettere su se stesso. Nella contemporanea esegesi delle fonti plurime di conoscenza dei dati solo apparentemente immateriali relativi a internet, non si valuta a sufficienza l’ordito di raffinatissimo patchwork intessuto dalle molteplici espressioni, dalla più intima alle più estreme, di questa modalità di estrinsecazione -e di socializzazione-, sia nella sua fase costitutiva che nei conseguenti sviluppi. In effetti il concetto dell’apparire, in un’accezione forzatamente univoca e sistematica, fa riferimento solo al suo tema d’elezione, finendo col farne mancare il senso pur quando si abbia l’impressione di averlo centratoPubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.