Le modifiche apportate alla l. n. 89/2001 (c.d. legge Pinto) dal d.-lgs. n. 104/2010 forniscono un ulteriore motivo di attrito tra il nostro ordinamento e la Cedu. Nel caso Oliveri et al. c. Italia, deciso nel febbraio 2016, la Corte edu rileva come esse rendano ineffettivo – con la conseguenza di esonerare dall’obbligo di esperirlo con precedenza rispetto al ricorso a Strasburgo – il rimedio indennitario interno subordinato, in relazione ai processi amministrativi, alla condizione di ricevibilità dell’“istanza di prelievo”. L’articolo avanza un giudizio prognostico sull’estensibilità della ratio della recente condanna dell’Italia anche ai giudizi civili, per effetto della l. n. 208/2015.
La condizione di ricevibilità dell'istanza di prelievo nei giudizi amministrativi rende ineffettivo il rimedio Pinto, aprendo ancora una volta la via del ricorso diretto a Strasburgo (in margine a Corte edu, 25 febbr. 2016, caso Olivieri et al. c. Italia)
SORRENTI, Giuseppa
2016-01-01
Abstract
Le modifiche apportate alla l. n. 89/2001 (c.d. legge Pinto) dal d.-lgs. n. 104/2010 forniscono un ulteriore motivo di attrito tra il nostro ordinamento e la Cedu. Nel caso Oliveri et al. c. Italia, deciso nel febbraio 2016, la Corte edu rileva come esse rendano ineffettivo – con la conseguenza di esonerare dall’obbligo di esperirlo con precedenza rispetto al ricorso a Strasburgo – il rimedio indennitario interno subordinato, in relazione ai processi amministrativi, alla condizione di ricevibilità dell’“istanza di prelievo”. L’articolo avanza un giudizio prognostico sull’estensibilità della ratio della recente condanna dell’Italia anche ai giudizi civili, per effetto della l. n. 208/2015.File | Dimensione | Formato | |
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