Nelle more della decisione della Corte di Lussemburgo, l’articolo analizza criticamente le conclusioni presentate dall’Avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea nei casi C-157/15 e C-188/15, che riguardano altrettante questioni pregiudiziali sollevate rispettivamente dalla Cassazione belga e da quella francese relativi alla compatibilità con la normativa antidiscriminatoria di cui alla direttiva 2000/78/CE, del Consiglio, del 27 novembre 2000, della misura aziendale contenente il divieto per la lavoratrice di indossare in azienda il velo islamico.

Il dubbio di una “velata” discriminazione: il diritto di indossare l’hijab sul luogo di lavoro privato nei pareri resi dall’Avvocato generale alla Corte di giustizia dell’Unione europea

LICASTRO, Angelo
2016-01-01

Abstract

Nelle more della decisione della Corte di Lussemburgo, l’articolo analizza criticamente le conclusioni presentate dall’Avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea nei casi C-157/15 e C-188/15, che riguardano altrettante questioni pregiudiziali sollevate rispettivamente dalla Cassazione belga e da quella francese relativi alla compatibilità con la normativa antidiscriminatoria di cui alla direttiva 2000/78/CE, del Consiglio, del 27 novembre 2000, della misura aziendale contenente il divieto per la lavoratrice di indossare in azienda il velo islamico.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3093291
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact