Il contributo, a partire da fonti inedite quali gli elaborati prodotti dagli allievi in occasione dei saggi annuali, i diari dei maestri e dei prefetti, i memoriali dei direttori, i manifesti a stampa e la corrispondenza, ricostruisce, al di fuori di una storia lineare, la “cornice” non poco “tagliente” entro la quale si dispiegano nella prima metà dell’Ottocento i percorsi educativi ed esistenziali di alcuni degli alunni, ed insieme ad essi di “aspiranti alunni”, della scuola per i sordomuti istituita a Palermo, a partire dal 1799, dal laborioso filantropo Ignazio Dixitdominus (Palermo 1766 - 1837). Il Dixit- Dominus che ha frequentato la scuola di modello di simultaneo insegnamento (metodo normale) aperta nella capitale siciliana nel 1788 dal canonico G. A. De Cosmi ed ha ottenuto dal governo borbonico l’autorizzazione ad aprire a Palermo una scuola privata diurna “per insegnare i muti a parlare” (1799), intraprende con grande entusiasmo una serie di interessanti iniziative tutte volte al recupero, all’istruzione ed all’educazione dei “non udenti” e dei “non parlanti”. Questo impegno, registrato da molti cronisti del tempo, non passa inosservato. Il precettore palermitano, infatti, infor- mato delle iniziative educative a favore dei sordomuti realizzate a Roma dall’abate Tommaso Silve- stri, a Napoli dall’abate Benedetto Cozzolino, del metodo di ispirazione lockiana messo a punto in Francia dall’abate de L’Epée nonché delle iniziative avviate a favore dei sordi nel Connecticut, è nominato da re Ferdinando II di Borbone nel 1834, dopo una lunga carriera profusa nell’insegnamento di oltre trent’anni, direttore del Regio Istituto Centrale dei sordo-muti. L’esame dei materiali che qui si propongono, tutti conservati presso l’Archivio di Stato di Palermo ed utili anche per conoscere la storia della più importante istituzione pubblica per i sordomuti dell’isola, ha il principale obiettivo di mettere in luce, attraverso l’analisi di alcune esperienze di bambini e bambine privi dell’udito, in alcuni casi anche della vista, poveri o in stato d’abbandono, quella parte dell’infanzia ottocentesca definita diversa, invisibile e talvolta anche negata. The present contribution aims at retracing a nonlinear and quite “sharp” historical “frame” per- taining to the educational and existential growth of some students attending and aspiring to attend the school for deaf-mutes founded in Palermo by industrious philanthropist Ignazio Dixitdominus (Pa- lermo 1766 – 1837) starting from 1799. The study was carried out by means of examining several unpublished documentary sources such as the end of the school’s papers written by the students, the teachers and prefects’ diaries, the school directors’ memoirs, as well as printed posters and corre- spondence. Dixitdominus learned the simultaneous teaching method, also known as normal method, at the school founded by Canonical G. A. De Cosmi in the Sicilian capital of Palermo in 1788. After- wards, the Bourbonic government granted him permission to open a private day school in Palermo “in order to teach deaf-mutes to talk” (1799). Thus, he enthusiastically engaged in a series of inter- esting initiatives aimed at rehabilitating, instructing and educating both “hearing impaired” and “speech impared” people. As reported in the chronicles of many of his contemporaries, Dixitdominus' efforts did not go unnoticed. In fact, he came in contact with relevant information concerning several different educational activities for deaf-mutes, such as those designed by Abbot Tommaso Silvestri in Rome and by Abbot Benedetto Cozzolino in Naples, as well as the teaching method of Lockian inspiration invented by Abbé de l'Epée in France and, finally, the didactic initiatives for deaf-mutes in Connecticut. As a result, after an over 30-year-old career in teaching, the Sicilian preceptor was appointed director of the Royal Central Institute for deaf-mutes by King Ferdinand II of Bourbon in 1834. By means of analysing the personal experiences of some hearing impaired boys and girls, who were sometimes also blind, poor or abandoned, the main goal of the present study is to give promi- nence to that part of XIXth century youth which was perceived as either different, invisible and some- times even deniable. The documentary sources here examined are all kept in the State Archive of Palermo and could also be useful for a further investigation on the history of the most relevant public institution for deaf-mutes on the Sicilian island.

"Tra le righe". Bambini e bambine nei 'saggi scolastici' e nei 'diari di bordo' della Scuola dei sordomuti di Palermo (1799-1860)

SINDONI, Caterina
2016-01-01

Abstract

Il contributo, a partire da fonti inedite quali gli elaborati prodotti dagli allievi in occasione dei saggi annuali, i diari dei maestri e dei prefetti, i memoriali dei direttori, i manifesti a stampa e la corrispondenza, ricostruisce, al di fuori di una storia lineare, la “cornice” non poco “tagliente” entro la quale si dispiegano nella prima metà dell’Ottocento i percorsi educativi ed esistenziali di alcuni degli alunni, ed insieme ad essi di “aspiranti alunni”, della scuola per i sordomuti istituita a Palermo, a partire dal 1799, dal laborioso filantropo Ignazio Dixitdominus (Palermo 1766 - 1837). Il Dixit- Dominus che ha frequentato la scuola di modello di simultaneo insegnamento (metodo normale) aperta nella capitale siciliana nel 1788 dal canonico G. A. De Cosmi ed ha ottenuto dal governo borbonico l’autorizzazione ad aprire a Palermo una scuola privata diurna “per insegnare i muti a parlare” (1799), intraprende con grande entusiasmo una serie di interessanti iniziative tutte volte al recupero, all’istruzione ed all’educazione dei “non udenti” e dei “non parlanti”. Questo impegno, registrato da molti cronisti del tempo, non passa inosservato. Il precettore palermitano, infatti, infor- mato delle iniziative educative a favore dei sordomuti realizzate a Roma dall’abate Tommaso Silve- stri, a Napoli dall’abate Benedetto Cozzolino, del metodo di ispirazione lockiana messo a punto in Francia dall’abate de L’Epée nonché delle iniziative avviate a favore dei sordi nel Connecticut, è nominato da re Ferdinando II di Borbone nel 1834, dopo una lunga carriera profusa nell’insegnamento di oltre trent’anni, direttore del Regio Istituto Centrale dei sordo-muti. L’esame dei materiali che qui si propongono, tutti conservati presso l’Archivio di Stato di Palermo ed utili anche per conoscere la storia della più importante istituzione pubblica per i sordomuti dell’isola, ha il principale obiettivo di mettere in luce, attraverso l’analisi di alcune esperienze di bambini e bambine privi dell’udito, in alcuni casi anche della vista, poveri o in stato d’abbandono, quella parte dell’infanzia ottocentesca definita diversa, invisibile e talvolta anche negata. The present contribution aims at retracing a nonlinear and quite “sharp” historical “frame” per- taining to the educational and existential growth of some students attending and aspiring to attend the school for deaf-mutes founded in Palermo by industrious philanthropist Ignazio Dixitdominus (Pa- lermo 1766 – 1837) starting from 1799. The study was carried out by means of examining several unpublished documentary sources such as the end of the school’s papers written by the students, the teachers and prefects’ diaries, the school directors’ memoirs, as well as printed posters and corre- spondence. Dixitdominus learned the simultaneous teaching method, also known as normal method, at the school founded by Canonical G. A. De Cosmi in the Sicilian capital of Palermo in 1788. After- wards, the Bourbonic government granted him permission to open a private day school in Palermo “in order to teach deaf-mutes to talk” (1799). Thus, he enthusiastically engaged in a series of inter- esting initiatives aimed at rehabilitating, instructing and educating both “hearing impaired” and “speech impared” people. As reported in the chronicles of many of his contemporaries, Dixitdominus' efforts did not go unnoticed. In fact, he came in contact with relevant information concerning several different educational activities for deaf-mutes, such as those designed by Abbot Tommaso Silvestri in Rome and by Abbot Benedetto Cozzolino in Naples, as well as the teaching method of Lockian inspiration invented by Abbé de l'Epée in France and, finally, the didactic initiatives for deaf-mutes in Connecticut. As a result, after an over 30-year-old career in teaching, the Sicilian preceptor was appointed director of the Royal Central Institute for deaf-mutes by King Ferdinand II of Bourbon in 1834. By means of analysing the personal experiences of some hearing impaired boys and girls, who were sometimes also blind, poor or abandoned, the main goal of the present study is to give promi- nence to that part of XIXth century youth which was perceived as either different, invisible and some- times even deniable. The documentary sources here examined are all kept in the State Archive of Palermo and could also be useful for a further investigation on the history of the most relevant public institution for deaf-mutes on the Sicilian island.
2016
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