Nonostante il gelato sia conosciuto e consumato in quasi tutto il mondo è consuetudine considerarlo come un genere voluttuario, trascurando invece il suo importante ruolo nutrizionale, per cui i gelati se da un lato conservano la loro particolare connotazione edonistica dall’altro sono alimenti che possiedono un considerevole valore nutritivo offrendo pertanto possibilità di impiego non solo nei soggetti in buone condizioni di salute ma anche in quelli affetti da patologie. I gelati, a seconda della loro composizione, si dividono in: Gelato a base di latte, Gelato a base di frutta, Ghiacciolo a base di frutta, Gelato con grassi vegetali, Gelato allo yogurt. Considerando individualmente i principali componenti del gelato, va detto che: le proteine sono costituite da aminoacidi ad elevato valore biologico; i lipidi sono vettori di acido oleico, che viene utilizzato immediatamente da parte del muscolo in attività; il saccarosio ed il lattosio sono zuccheri semplici di facile digeribilità, a rapido assorbimento e a pronta disponibilità energetica. Il gelato può essere di valido aiuto anche nei regimi alimentari particolari e può essere utilizzato nella fase anabolica della convalescenza e nei pazienti epatopatici e nefropatici. Dalla dieta di questi ultimi, essendo ipoproteica, il gelato è stato da tempo bandito, anche se può essere una valida e piacevole alternativa ad altri alimenti, rendendo meno monotona e più gratificante l’anzidetta dieta, ovviamente nel periodo non acuto e di media gravità. Scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare la composizione dei gelati artigianali e confezionati, tenendo conto della quantità di sodio (5-6 g/die nelle diete a modica restrizione e di 2-3 g/die in quelle a marcata restrizione), di fosforo e di potassio, estrapolando quelli con minor contenuto di proteine e di sali minerali, in modo da integrarli nei regimi dietetici controllati dei soggetti nefropatici, soprattutto se inappetenti. Dall’analisi dei vari tipi di gelati si deduce che i più indicati sono sicuramente i gelati di frutta e in particolare quelli di fragola e di limone.

Il gelato: sì o no nelle nefropatie?

METRO, Daniela;DI MAURO, ELEONORA
2016-01-01

Abstract

Nonostante il gelato sia conosciuto e consumato in quasi tutto il mondo è consuetudine considerarlo come un genere voluttuario, trascurando invece il suo importante ruolo nutrizionale, per cui i gelati se da un lato conservano la loro particolare connotazione edonistica dall’altro sono alimenti che possiedono un considerevole valore nutritivo offrendo pertanto possibilità di impiego non solo nei soggetti in buone condizioni di salute ma anche in quelli affetti da patologie. I gelati, a seconda della loro composizione, si dividono in: Gelato a base di latte, Gelato a base di frutta, Ghiacciolo a base di frutta, Gelato con grassi vegetali, Gelato allo yogurt. Considerando individualmente i principali componenti del gelato, va detto che: le proteine sono costituite da aminoacidi ad elevato valore biologico; i lipidi sono vettori di acido oleico, che viene utilizzato immediatamente da parte del muscolo in attività; il saccarosio ed il lattosio sono zuccheri semplici di facile digeribilità, a rapido assorbimento e a pronta disponibilità energetica. Il gelato può essere di valido aiuto anche nei regimi alimentari particolari e può essere utilizzato nella fase anabolica della convalescenza e nei pazienti epatopatici e nefropatici. Dalla dieta di questi ultimi, essendo ipoproteica, il gelato è stato da tempo bandito, anche se può essere una valida e piacevole alternativa ad altri alimenti, rendendo meno monotona e più gratificante l’anzidetta dieta, ovviamente nel periodo non acuto e di media gravità. Scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare la composizione dei gelati artigianali e confezionati, tenendo conto della quantità di sodio (5-6 g/die nelle diete a modica restrizione e di 2-3 g/die in quelle a marcata restrizione), di fosforo e di potassio, estrapolando quelli con minor contenuto di proteine e di sali minerali, in modo da integrarli nei regimi dietetici controllati dei soggetti nefropatici, soprattutto se inappetenti. Dall’analisi dei vari tipi di gelati si deduce che i più indicati sono sicuramente i gelati di frutta e in particolare quelli di fragola e di limone.
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