Il maggiore grado di rischio affrontato dalle aziende di credito del Mezzogiorno, rispetto a quelle del resto del Paese, è un tema che da anni interessa la letteratura economica. Alcuni studi (Morelli e Pittaluga, 1998; Barra et al, 2014) soffermano la loro attenzione sulla maggiore durata delle recessioni economiche nelle aree meridionali e sui conseguenti effetti, sia sulla liquidità delle aziende di credito sia sulla solvibilità dei mutuatari; in presenza, anche, di un mercato del credito meno concorrenziale rispetto a quello del Centro-Nord. Altri studi empirici, a livello regionale, evidenziano una relazione positiva tra l’accesso al credito e la fiducia reciproca tra banche e imprese (Bonaccorsi di Patti, 2009; Moro e Fink, 2013; Borri et al., 2014; Mistrulli e Vacca, 2015). Questa relazione positiva viene confermata anche da altre ricerche, le quali, però, misurano gli effetti del contesto socio-ambientale sull’efficienza e/o rischiosità delle banche considerando, per le analisi empiriche, campioni di aziende di credito cooperativo. La scelta di queste ultime dipende dal fatto che, essendo di piccole dimensioni, gli sportelli di queste aziende sono distribuiti per lo più nella stessa regione in cui esse hanno la sede sociale; ciò consente di interpretare meglio gli effetti del territorio sulle loro azioni (Ofria e Venturi, 2000; Battaglia et al., 2010; Barra et al., 2014; Aiello e Bonanno, 2016). In questa ricerca, seguendo una specifica metodologia per l’analisi statistica dei dati territoriali, si tenta di individuare se la rischiosità delle banche di credito cooperativo nelle regioni del Mezzogiorno sia l’effetto, anche, di fenomeni socio-ambientali, come la presenza di “criminalità”, o di disagio sociale, come la maggiore incidenza della “povertà”. Il nostro campione (fonte: Federcasse e ISTAT) considera 390 aziende di credito cooperativo distribuite in tutte le regioni italiane per gli anni 2006-2011. Nella prima fase dell’indagine si è calcolato l’indice medio di rischiosità delle banche per regione, seguendo una metodologia già utilizzata in letteratura economica, e cioè mediante rapporto tra “sofferenze” e “impieghi”. Prendendo in considerazione i dati medi regionali per il periodo considerato, i risultati evidenziano una forte variabilità spaziale (IM=0.518) dell’l’indice di rischiosità (RISK), con valori mediamente più elevati al Sud Italia rispetto al Nord Italia.

Contesto socio-ambientale e rischiosità bancaria: un’analisi a scala regionale

Mucciardi, Massimo;Ofria, Ferdinando
2017-01-01

Abstract

Il maggiore grado di rischio affrontato dalle aziende di credito del Mezzogiorno, rispetto a quelle del resto del Paese, è un tema che da anni interessa la letteratura economica. Alcuni studi (Morelli e Pittaluga, 1998; Barra et al, 2014) soffermano la loro attenzione sulla maggiore durata delle recessioni economiche nelle aree meridionali e sui conseguenti effetti, sia sulla liquidità delle aziende di credito sia sulla solvibilità dei mutuatari; in presenza, anche, di un mercato del credito meno concorrenziale rispetto a quello del Centro-Nord. Altri studi empirici, a livello regionale, evidenziano una relazione positiva tra l’accesso al credito e la fiducia reciproca tra banche e imprese (Bonaccorsi di Patti, 2009; Moro e Fink, 2013; Borri et al., 2014; Mistrulli e Vacca, 2015). Questa relazione positiva viene confermata anche da altre ricerche, le quali, però, misurano gli effetti del contesto socio-ambientale sull’efficienza e/o rischiosità delle banche considerando, per le analisi empiriche, campioni di aziende di credito cooperativo. La scelta di queste ultime dipende dal fatto che, essendo di piccole dimensioni, gli sportelli di queste aziende sono distribuiti per lo più nella stessa regione in cui esse hanno la sede sociale; ciò consente di interpretare meglio gli effetti del territorio sulle loro azioni (Ofria e Venturi, 2000; Battaglia et al., 2010; Barra et al., 2014; Aiello e Bonanno, 2016). In questa ricerca, seguendo una specifica metodologia per l’analisi statistica dei dati territoriali, si tenta di individuare se la rischiosità delle banche di credito cooperativo nelle regioni del Mezzogiorno sia l’effetto, anche, di fenomeni socio-ambientali, come la presenza di “criminalità”, o di disagio sociale, come la maggiore incidenza della “povertà”. Il nostro campione (fonte: Federcasse e ISTAT) considera 390 aziende di credito cooperativo distribuite in tutte le regioni italiane per gli anni 2006-2011. Nella prima fase dell’indagine si è calcolato l’indice medio di rischiosità delle banche per regione, seguendo una metodologia già utilizzata in letteratura economica, e cioè mediante rapporto tra “sofferenze” e “impieghi”. Prendendo in considerazione i dati medi regionali per il periodo considerato, i risultati evidenziano una forte variabilità spaziale (IM=0.518) dell’l’indice di rischiosità (RISK), con valori mediamente più elevati al Sud Italia rispetto al Nord Italia.
2017
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