La storiografia sulla persecuzione degli omosessuali tedeschi da parte del nazismo e sulla loro reintegrazione nel secondo dopoguerra è stata a lungo pressoché esclusivo appannaggio di militanti non accademici, tanto da fare dire a Rüdiger Lautmann oltre dieci anni fa che solo a partire da allora cominciava un accenno di coinvolgimento di queste persone in convegni di studiosi universitari: in precedenza, invece, esse non venivano né invitate, né menzionate. Ancora oggi il tema delle persecuzioni e della Wiedergutmachung, letteralmente “riparazione”, degli omosessuali – termine con cui di norma si designa la reintegrazione dei perseguitati dal nazismo nella brd (Bundesrepublik Deutschland) e nella ddr (Deutsche Demokratische Republik) oltre che nella Germania riunificata – soffre di una certa marginalizzazione nell’Accademia. Per quanto se ne scriva, a trattarne maggiormente sono storici non professionisti e sovente militanti della memoria. Ma la materia è anche sfuggente: il numero preciso delle vittime omosessuali nei campi di concentramento nazisti (Kl, Konzentrationslager), che si fa oscillare tra le 5.000 e le 15.000, continua a non esserci noto. E se sappiamo che a finire sotto l’accusa di «inversione sessuale» sono stati all’incirca in 50.000, poco conosciute sono invece le vite di queste persone e i loro percorsi biografici e meno ancora sappiamo di quanti vennero rinchiusi in manicomio, del numero complessivo dei castrati e delle vittime di eutanasia. In questo saggio si vuole attraversare la storiografia sulla loro lunga discriminazione, che oltre a passare per le misure persecutorie naziste, ha continuato a conoscere la penalizzazione delle inclinazioni omosessuali in tempi a noi molto vicini. Solo a partire dalla nuova sensibilità delle generazioni del cosiddetto ’68 e l’onda lunga dell’emancipazione sessuale e sociale della società tedesca e europea, più in generale, la loro vicenda ha potuto trovare nuovi sbocchi, accompagnata dalla difesa a loro favore da parte di specifici gruppi politici, quali i verdi, e dei movimenti femministi che si fecero carico anche della loro vicenda.
La reintegrazione degli omosessuali nella Germania del secondo dopoguerra
D'Amico, Giovanna
2017-01-01
Abstract
La storiografia sulla persecuzione degli omosessuali tedeschi da parte del nazismo e sulla loro reintegrazione nel secondo dopoguerra è stata a lungo pressoché esclusivo appannaggio di militanti non accademici, tanto da fare dire a Rüdiger Lautmann oltre dieci anni fa che solo a partire da allora cominciava un accenno di coinvolgimento di queste persone in convegni di studiosi universitari: in precedenza, invece, esse non venivano né invitate, né menzionate. Ancora oggi il tema delle persecuzioni e della Wiedergutmachung, letteralmente “riparazione”, degli omosessuali – termine con cui di norma si designa la reintegrazione dei perseguitati dal nazismo nella brd (Bundesrepublik Deutschland) e nella ddr (Deutsche Demokratische Republik) oltre che nella Germania riunificata – soffre di una certa marginalizzazione nell’Accademia. Per quanto se ne scriva, a trattarne maggiormente sono storici non professionisti e sovente militanti della memoria. Ma la materia è anche sfuggente: il numero preciso delle vittime omosessuali nei campi di concentramento nazisti (Kl, Konzentrationslager), che si fa oscillare tra le 5.000 e le 15.000, continua a non esserci noto. E se sappiamo che a finire sotto l’accusa di «inversione sessuale» sono stati all’incirca in 50.000, poco conosciute sono invece le vite di queste persone e i loro percorsi biografici e meno ancora sappiamo di quanti vennero rinchiusi in manicomio, del numero complessivo dei castrati e delle vittime di eutanasia. In questo saggio si vuole attraversare la storiografia sulla loro lunga discriminazione, che oltre a passare per le misure persecutorie naziste, ha continuato a conoscere la penalizzazione delle inclinazioni omosessuali in tempi a noi molto vicini. Solo a partire dalla nuova sensibilità delle generazioni del cosiddetto ’68 e l’onda lunga dell’emancipazione sessuale e sociale della società tedesca e europea, più in generale, la loro vicenda ha potuto trovare nuovi sbocchi, accompagnata dalla difesa a loro favore da parte di specifici gruppi politici, quali i verdi, e dei movimenti femministi che si fecero carico anche della loro vicenda.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Genesis_copia D'Amico.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
538.61 kB
Formato
Adobe PDF
|
538.61 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.