Negli anni Cinquanta la vigorosa crescita della domanda internazionale apriva nuove ampie prospettive al processo di diversificazione produttiva delle economie francese e sarda. Era la progressione della domanda estera, specie per il Regno di Sardegna, a governare il ritmo delle pulsazioni dell’economia. Nel 185258 le esportazioni sarde crescevano del 10,5 per cento medio annuo in quantità e del 19,4 in valore, a fronte del 6,8 e del 15,5 di incremento delle importazioni. A trainare le esportazioni erano seta e prodotti agricoli. In Francia, viceversa, erano i prodotti non agricoli ad assicurare tutto il dinamismo delle esportazioni. La struttura del commercio estero dei due paesi informava le relazioni commerciali, che registravano una rilevante crescita, la quale rifletteva l’infittirsi della complementarità tra le rispettive economie. Le forme assunte da quest’ultima ponevano tuttavia il regno sabaudo in una ambigua posizione di dipendenza. Indicativi, in questo senso, l’elevato grado di concentrazione del commercio estero piemontese nei confronti della Francia e l’accentuarsi della sua esposizione mercantile. Il tentativo del governo di lenire la condizione di dipendenza, attraverso il potenziamento della politica di diversificazione commerciale e di liberalizzazione degli scambi, non sortiva risultati positivi, mentre cresceva, insieme al grado di mercantilizzazione dell’economia sarda, il deficit della bilancia commerciale.
Un rapporto di complementarità o di dipendenza? Le relazioni commerciali tra il Regno di Sardegna e la Francia alla vigilia dell’Unità
Angela La Macchia
2016-01-01
Abstract
Negli anni Cinquanta la vigorosa crescita della domanda internazionale apriva nuove ampie prospettive al processo di diversificazione produttiva delle economie francese e sarda. Era la progressione della domanda estera, specie per il Regno di Sardegna, a governare il ritmo delle pulsazioni dell’economia. Nel 185258 le esportazioni sarde crescevano del 10,5 per cento medio annuo in quantità e del 19,4 in valore, a fronte del 6,8 e del 15,5 di incremento delle importazioni. A trainare le esportazioni erano seta e prodotti agricoli. In Francia, viceversa, erano i prodotti non agricoli ad assicurare tutto il dinamismo delle esportazioni. La struttura del commercio estero dei due paesi informava le relazioni commerciali, che registravano una rilevante crescita, la quale rifletteva l’infittirsi della complementarità tra le rispettive economie. Le forme assunte da quest’ultima ponevano tuttavia il regno sabaudo in una ambigua posizione di dipendenza. Indicativi, in questo senso, l’elevato grado di concentrazione del commercio estero piemontese nei confronti della Francia e l’accentuarsi della sua esposizione mercantile. Il tentativo del governo di lenire la condizione di dipendenza, attraverso il potenziamento della politica di diversificazione commerciale e di liberalizzazione degli scambi, non sortiva risultati positivi, mentre cresceva, insieme al grado di mercantilizzazione dell’economia sarda, il deficit della bilancia commerciale.Pubblicazioni consigliate
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