L’endometriosi è definita come la presenza di tessuto endometriale al di fuori della sua normale localizzazione uterina, che induce una reazione cronica infiammatoria. Tale condizione è più frequentemente riscontrata in età riproduttiva. L’endometrio ectopico si localizza di solito a livello degli organi pelvici e del peritoneo, anche se occasionalmente possono essere interessati altri distretti corporei come i polmoni. L’estensione delle lesioni varia dalla presenza di poche e piccole lesioni, alla presenza di grandi cisti endometriosiche (endometriomi) e/o la formazione di tenaci aderenze che possono distorcere l’anatomia della pelvi. La patologia è classificata in base alla descrizione delle lesioni riscontrate in chirurgia utilizzando il sistema di classificazione sviluppato dall’American Society for Reproductive Medicine. Lo stadio non è tuttavia correlato alla severità dei sintomi algici. I più frequenti sintomi dell’endometriosi sono severa dismenorrea, dispareunia, dolore pelvico cronico con o senza sanguinamenti anomali, infertilità. L’ispezione della pelvi in laparoscopia è considerata il gold standard per una diagnosi definitiva. Il trattamento empirico dei sintomi ascrivibili all’endometriosi include la terapia medica e/o chirurgica. Poiché è noto che gli estrogeni stimolano lo sviluppo dell’endometriosi, la terapia ormonale è stata strutturata proprio per sopprimere la sintesi di tali ormoni, inducendo così l’atrofia degli impianti endometriali ectopici ed interrompendo la ciclica stimolazione e il sanguinamento. I farmaci più utilizzati sono: progestinici, contraccettivi orali, danazolo, gestrinone, GnRH agonisti. L’obiettivo della chirurgia, invece, è quello di rimuovere o coagulare tutte le lesioni endometriosiche macroscopicamente visibili. È comunque importante sottolineare che l’endometriosi è una malattia cronica con un alto tasso di recidiva.

Management dell'endometriosi: diagnosi e terapia

Vitale, S. G.;
2009-01-01

Abstract

L’endometriosi è definita come la presenza di tessuto endometriale al di fuori della sua normale localizzazione uterina, che induce una reazione cronica infiammatoria. Tale condizione è più frequentemente riscontrata in età riproduttiva. L’endometrio ectopico si localizza di solito a livello degli organi pelvici e del peritoneo, anche se occasionalmente possono essere interessati altri distretti corporei come i polmoni. L’estensione delle lesioni varia dalla presenza di poche e piccole lesioni, alla presenza di grandi cisti endometriosiche (endometriomi) e/o la formazione di tenaci aderenze che possono distorcere l’anatomia della pelvi. La patologia è classificata in base alla descrizione delle lesioni riscontrate in chirurgia utilizzando il sistema di classificazione sviluppato dall’American Society for Reproductive Medicine. Lo stadio non è tuttavia correlato alla severità dei sintomi algici. I più frequenti sintomi dell’endometriosi sono severa dismenorrea, dispareunia, dolore pelvico cronico con o senza sanguinamenti anomali, infertilità. L’ispezione della pelvi in laparoscopia è considerata il gold standard per una diagnosi definitiva. Il trattamento empirico dei sintomi ascrivibili all’endometriosi include la terapia medica e/o chirurgica. Poiché è noto che gli estrogeni stimolano lo sviluppo dell’endometriosi, la terapia ormonale è stata strutturata proprio per sopprimere la sintesi di tali ormoni, inducendo così l’atrofia degli impianti endometriali ectopici ed interrompendo la ciclica stimolazione e il sanguinamento. I farmaci più utilizzati sono: progestinici, contraccettivi orali, danazolo, gestrinone, GnRH agonisti. L’obiettivo della chirurgia, invece, è quello di rimuovere o coagulare tutte le lesioni endometriosiche macroscopicamente visibili. È comunque importante sottolineare che l’endometriosi è una malattia cronica con un alto tasso di recidiva.
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