L'articolo si propone di analizzare sincronicamente e diacronicamente la struttura socio-demografica di due diverse zone afferenti alla macroarea balcanica, la Venezia Giulia e la Macedonia, concentrandosi sulle città di Trieste e Salonicco ed il loro circondario nel periodo tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. I due esempi citati presentano difatti una serie di similitudini, tra le quali spicca in primo luogo la connotazione fortemente gerarchica che assumeva la triplice stratificazione etnica comune ad entrambe le realtà, caratterizzata dalla presenza al livello superiore di una “casta” amministrativa e militare (nel primo caso i tedeschi, nel secondo i turchi), identificata come nazionalità “super-dominante” ma costretta ad abbandonare precipitosamente i territori in questione all’indomani del crollo delle rispettive compagini imperiali di riferimento; il livello intermedio era invece riservato alla nazionalità dominante “storica” (italiana a nord, greca a sud), dedita soprattutto alle attività commerciali e fortemente impegnata a preservare la propria egemonia politica, economica e culturale, mentre ad occupare il livello inferiore si trovavano le masse slave (slovene nella Venezia Giulia, bulgare/macedoni in Macedonia), prevalentemente contadine ma in pieno risveglio nazionale dopo secoli di oblio e determinate a far valere il proprio peso demografico per alterare gli equilibri di potere che le vedevano da sempre in posizione nettamente subordinata. Malgrado essi non costituissero localmente la componente maggioritaria della popolazione, sloveni e bulgari furono inoltre concordi nell’erigere rispettivamente Trieste e Salonicco a città-simbolo delle loro rivendicazioni, facendone il centro di un vasto programma politico e culturale di stampo “irredentistico” che fu però in entrambi casi destinato alla sconfitta in conseguenza delle avverse contingenze manifestatesi al termine del primo conflitto mondiale, quando esso dovette cedere il passo alla difesa pura e semplice della propria identità nei confronti della pressione assimilazionista proveniente da Roma ed Atene. Da non sottovalutare infine l’importanza delle locali comunità ebraiche (consistente anche se minoritaria nel capoluogo giuliano, maggioritaria in quello egeo almeno sino agli anni ’20 del ‘900).

Identità in bilico. Similitudini e differenze nelle traiettorie storiche delle città di Trieste e Salonicco (1849-1949)

Saverio Werther Pechar
2018-01-01

Abstract

L'articolo si propone di analizzare sincronicamente e diacronicamente la struttura socio-demografica di due diverse zone afferenti alla macroarea balcanica, la Venezia Giulia e la Macedonia, concentrandosi sulle città di Trieste e Salonicco ed il loro circondario nel periodo tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. I due esempi citati presentano difatti una serie di similitudini, tra le quali spicca in primo luogo la connotazione fortemente gerarchica che assumeva la triplice stratificazione etnica comune ad entrambe le realtà, caratterizzata dalla presenza al livello superiore di una “casta” amministrativa e militare (nel primo caso i tedeschi, nel secondo i turchi), identificata come nazionalità “super-dominante” ma costretta ad abbandonare precipitosamente i territori in questione all’indomani del crollo delle rispettive compagini imperiali di riferimento; il livello intermedio era invece riservato alla nazionalità dominante “storica” (italiana a nord, greca a sud), dedita soprattutto alle attività commerciali e fortemente impegnata a preservare la propria egemonia politica, economica e culturale, mentre ad occupare il livello inferiore si trovavano le masse slave (slovene nella Venezia Giulia, bulgare/macedoni in Macedonia), prevalentemente contadine ma in pieno risveglio nazionale dopo secoli di oblio e determinate a far valere il proprio peso demografico per alterare gli equilibri di potere che le vedevano da sempre in posizione nettamente subordinata. Malgrado essi non costituissero localmente la componente maggioritaria della popolazione, sloveni e bulgari furono inoltre concordi nell’erigere rispettivamente Trieste e Salonicco a città-simbolo delle loro rivendicazioni, facendone il centro di un vasto programma politico e culturale di stampo “irredentistico” che fu però in entrambi casi destinato alla sconfitta in conseguenza delle avverse contingenze manifestatesi al termine del primo conflitto mondiale, quando esso dovette cedere il passo alla difesa pura e semplice della propria identità nei confronti della pressione assimilazionista proveniente da Roma ed Atene. Da non sottovalutare infine l’importanza delle locali comunità ebraiche (consistente anche se minoritaria nel capoluogo giuliano, maggioritaria in quello egeo almeno sino agli anni ’20 del ‘900).
2018
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3133279
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact