La bonifica di un microtoponimo siciliano

In generale, i processi onomaturgici alle base dei toponimi ‘descrivono’ i luoghi; ne consegue che le denominazioni di località accomunate dalle medesime caratteristiche geofisiche condividano uno stesso sema lessicogeno. Esso, tuttavia, nel passaggio dalla forma orale a quella ufficiale, viene talvolta offuscato da un’errata trasposizione/reinterpretazione in italiano. Il contributo analizza, nello specifico, il caso delle contrade siciliane Piano di Maggio e Marge, la cui etimologia – sulla base delle forme italiane – è stata individuata, per il primo, nel nome personale Màggio, per i secondi all’arabo malǧa (‘rifugio’, ‘santuario’, ‘asilo’): muovendo dalla loro forma orale – rispettivamente Chianu Margiu e Li Margi – e con l’ausilio degli etnotesti nei quali gli abitanti descrivono le due contrade, il presente contributo avanza l’ipotesi che i due microtoponimi siciliani siano invece riconducibili al tipo dialettale margiu (‘palude, acquitrino, pozzanghera’).