Tra disegni compiuti e tasselli ancora mancanti: mosaici giurisprudenziali (sopranazionali ed interni) a proposito della decisione di diventare genitori e procreare (ovvero di non farlo)

Quella del diritto alla vita rappresenta senz’altro una delle prospettive privilegiate da cui riguar-dare alla complessiva trama dei rapporti tra le più importanti giurisprudenze sopranazionali quali, sopra tutte, europea dei diritti dell’uomo ed interamericana dei diritti umani (rispettivamente, EDU ed IDU). Nella dimensione bio-grafica del diritto alla vita si è così assistito ad una progressiva evoluzione giurisprudenziale dall’originaria pretesa dell’individuo alla non divulgazione dei propri fatti privati sino all’odierna rivendicazione di scelte di vita personali ed intime (passando attraverso l’intermedio step del divieto di intromissione nella sfera privata a carico del potere pubblico). Il presente contributo si propone così di esaminare in maniera critica gli ultimi approdi giurisprudenziali EDU ed IDU a proposito della decisione di avviare/proseguire la gravidanza (con riferimento ai casi, rispettivamente, di PMA e GPA) quanto di quella di non farlo (relativamente, cioè, al diritto di assumere informazioni preliminari rispetto all’eventuale interruzione volontaria della gravidanza ovvero all’impianto in utero degli embrioni creati in vitro.