Nel presente contributo saranno discussi i risultati di un’indagine su forme e usi del condizionale in -ía- nei dialetti nord-orientali della Sicilia. I dati dell’analisi sono stati elicitati nel corso di rilevazioni su campo, avviate nel 2012 e conclusesi nel 2017. Per l’escussione dei dati ci si è avvalsi di un Questionario mirato a raccogliere non soltanto materiali adeguati a una completa descrizione sincronica, ma anche elementi utili a una rilettura diacronica dei fenomeni in questione, assumendo come sfondo teorico il problema dell’origine endo- vs esogenica del condizionale siciliano in -ía-. È stata, pertanto, predisposta una batteria di 60 quesiti, consistenti in traduzioni di frasi in italiano con: 1) forme di condizionale semplice e forme di condizionale composto (tutte le persone del verbo / tutte le coniugazioni) in diversi contesti sintattici; 2) ipotetiche dell’irrealtà nel presente e dell’irrealtà nel passato. Il questionario contiene anche una sezione di verifica con domande sull’accettabilità/ correttezza/ appropriatezza di frasi in dialetto precedentemente definite e una sotto-sezione con quesiti traduttori di item contenenti forme di futuro semplice. Per la selezione dei punti-inchiesta è stato tracciato un reticolo che racchiude, oltre al capoluogo, centri stagnanti o recessivi (a vocazione più spiccatamente conservatrice), e centri dinamici e irradianti (aperti ai flussi di innovazione), distribuiti al centro dell’area, lungo i confini tirrenico e ionico e, all’interno, oltre i confini orientali dell’ennese e settentrionali della provincia di Catania. Il campione d’informatori è stato selezionato secondo i parametri classici della variabilità sociolinguistica: sesso; età (dai 18 ai 90 anni) e grado di istruzione (dalle elementari senza licenza alla laurea). Per ogni località è stato intervistato almeno un rappresentante di ciascuna fascia d’età. Messina è stata sovra-campionata. Sulla scorta dei dati elicitati, la trattazione procederà lungo due prospettive d’analisi, diacronica e sincronica e, pertanto, si articolata in due parti. Nella prima parte, si espongono alcuni rilievi di ordine diacronico in merito alla tesi rohlfsiana sull’esogenesi del condizionale siciliano in -ía-, che sarebbe giunto in Sicilia per influsso provenzale e letterario della Scuola poetica o tramite una coinè amministrativa “introdott[a] nel Mezzogiorno soltanto dopo il mille” (Rohlfs 1972: 257-58). A sostegno di questa tesi, lo studioso adduce due prove di ordine strettamente linguistico: 1) la considerazione che, nelle lingue neo-latine, il condizionale perifrastico del tipo CANTĀRE-HABĒBAM /CANTĀRE-HABUI “procede di pari passo col futuro romanzo”, del tipo CANTĀRE-HABEO, “sconosciuto (…) nell’Italia meridionale” (Rohlfs 1968: 339340); 2) “la presenza della vocale tematica -i- in luogo di -a-, nelle forme di I coniugazione del tipo pruvirría (in luogo di pruvarría), che, a parere del Rohlfs, implicherebbe un’imitazione del toscano letterario (da provería, con -e- in luogo di -a- davanti a vibrante, e con il successivo passaggio di -e- ad -i- nel siciliano)” (De Angelis 2008: 93). L’origine allotria del condizionale siciliano in -ía- è stata recentemente posta in discussione da De Angelis (2008) con argomentazioni che, in questa sede, saranno supportate da nuovi elementi. I risultati della presente ricerca daranno, infatti, evidenza che: 1) proprio nelle varietà del messinese è presente, e a tutt’oggi in uso, un futuro perifrastico del tipo cantaravi, assente nelle altre varietà del siciliano; 3) la vocale tematica -a- dei verbi di prima coniugazione è mantenuta non soltanto “in diversi testi siciliani antichi” (De Angelis 2008: 93) ma anche nei dati attuali. I risultati della presente ricerca consentiranno, infine, alcune osservazioni di carattere diacronico sulla questione dell’‘esogenesi vs endogenesi’ delle ipotetiche siciliane a doppio condizionale. La seconda parte del contributo è volta alla descrizione sincronica delle forme di condizionale in -ía- nelle varietà indagate e degli impieghi sintattici emersi: in funzione modale (formule di cortesia o attenuative) e in funzione potenziale, nelle interrogative dubitative; nelle affermazioni non certe; in luogo del congiuntivo dubitativo; nel periodo ipotetico dell’irrealtà nel presente e nel passato. I dati saranno presentati attraverso grafici e tabelle percentuali per consentirne una lettura d’insieme in relazione alla loro distribuzione diatopica e diastratica. Rispetto ai dati dell’AIS e di Rohlfs (1968), i risultati della ricerca rivelano una distribuzione areale del fenomeno ben più estesa sia sul versante tirrenico, che sul versante ionico. Le tipologie emerse mostrano – soprattutto nella resa dei costrutti controfattuali della contemporaneità e della anteriorità – un forte grado di variazione, con esiti sia conservativi che innovanti, attraverso una vasta gamma di realizzazioni comprendente tipi locali, siciliani, italiani e costruzioni ‘miste’. In generale, il grado di conservatività vs innovatività correla più sensibilmente con il grado di recessività vs sviluppo delle località indagate che con le caratteristiche socio-demografiche degli informatori, il cui comportamento linguistico appare, con ovvi scarti percentuali, omogeneamente coerente alla vocazione di ciascun punto. Spiegazione diversa sarà invece avanzata per Messina che, anche presso i giovani, mostra una forte stabilità dei tratti locali, in linea con una diffusa tendenza alla difesa delle isoglosse forti dell’area (cfr. Assenza 2008; 2012).

Sul condizionale messinese in -ía-: rilievi diacronici ed evidenze sincroniche.

Elvira Assenza
2018-01-01

Abstract

Nel presente contributo saranno discussi i risultati di un’indagine su forme e usi del condizionale in -ía- nei dialetti nord-orientali della Sicilia. I dati dell’analisi sono stati elicitati nel corso di rilevazioni su campo, avviate nel 2012 e conclusesi nel 2017. Per l’escussione dei dati ci si è avvalsi di un Questionario mirato a raccogliere non soltanto materiali adeguati a una completa descrizione sincronica, ma anche elementi utili a una rilettura diacronica dei fenomeni in questione, assumendo come sfondo teorico il problema dell’origine endo- vs esogenica del condizionale siciliano in -ía-. È stata, pertanto, predisposta una batteria di 60 quesiti, consistenti in traduzioni di frasi in italiano con: 1) forme di condizionale semplice e forme di condizionale composto (tutte le persone del verbo / tutte le coniugazioni) in diversi contesti sintattici; 2) ipotetiche dell’irrealtà nel presente e dell’irrealtà nel passato. Il questionario contiene anche una sezione di verifica con domande sull’accettabilità/ correttezza/ appropriatezza di frasi in dialetto precedentemente definite e una sotto-sezione con quesiti traduttori di item contenenti forme di futuro semplice. Per la selezione dei punti-inchiesta è stato tracciato un reticolo che racchiude, oltre al capoluogo, centri stagnanti o recessivi (a vocazione più spiccatamente conservatrice), e centri dinamici e irradianti (aperti ai flussi di innovazione), distribuiti al centro dell’area, lungo i confini tirrenico e ionico e, all’interno, oltre i confini orientali dell’ennese e settentrionali della provincia di Catania. Il campione d’informatori è stato selezionato secondo i parametri classici della variabilità sociolinguistica: sesso; età (dai 18 ai 90 anni) e grado di istruzione (dalle elementari senza licenza alla laurea). Per ogni località è stato intervistato almeno un rappresentante di ciascuna fascia d’età. Messina è stata sovra-campionata. Sulla scorta dei dati elicitati, la trattazione procederà lungo due prospettive d’analisi, diacronica e sincronica e, pertanto, si articolata in due parti. Nella prima parte, si espongono alcuni rilievi di ordine diacronico in merito alla tesi rohlfsiana sull’esogenesi del condizionale siciliano in -ía-, che sarebbe giunto in Sicilia per influsso provenzale e letterario della Scuola poetica o tramite una coinè amministrativa “introdott[a] nel Mezzogiorno soltanto dopo il mille” (Rohlfs 1972: 257-58). A sostegno di questa tesi, lo studioso adduce due prove di ordine strettamente linguistico: 1) la considerazione che, nelle lingue neo-latine, il condizionale perifrastico del tipo CANTĀRE-HABĒBAM /CANTĀRE-HABUI “procede di pari passo col futuro romanzo”, del tipo CANTĀRE-HABEO, “sconosciuto (…) nell’Italia meridionale” (Rohlfs 1968: 339340); 2) “la presenza della vocale tematica -i- in luogo di -a-, nelle forme di I coniugazione del tipo pruvirría (in luogo di pruvarría), che, a parere del Rohlfs, implicherebbe un’imitazione del toscano letterario (da provería, con -e- in luogo di -a- davanti a vibrante, e con il successivo passaggio di -e- ad -i- nel siciliano)” (De Angelis 2008: 93). L’origine allotria del condizionale siciliano in -ía- è stata recentemente posta in discussione da De Angelis (2008) con argomentazioni che, in questa sede, saranno supportate da nuovi elementi. I risultati della presente ricerca daranno, infatti, evidenza che: 1) proprio nelle varietà del messinese è presente, e a tutt’oggi in uso, un futuro perifrastico del tipo cantaravi, assente nelle altre varietà del siciliano; 3) la vocale tematica -a- dei verbi di prima coniugazione è mantenuta non soltanto “in diversi testi siciliani antichi” (De Angelis 2008: 93) ma anche nei dati attuali. I risultati della presente ricerca consentiranno, infine, alcune osservazioni di carattere diacronico sulla questione dell’‘esogenesi vs endogenesi’ delle ipotetiche siciliane a doppio condizionale. La seconda parte del contributo è volta alla descrizione sincronica delle forme di condizionale in -ía- nelle varietà indagate e degli impieghi sintattici emersi: in funzione modale (formule di cortesia o attenuative) e in funzione potenziale, nelle interrogative dubitative; nelle affermazioni non certe; in luogo del congiuntivo dubitativo; nel periodo ipotetico dell’irrealtà nel presente e nel passato. I dati saranno presentati attraverso grafici e tabelle percentuali per consentirne una lettura d’insieme in relazione alla loro distribuzione diatopica e diastratica. Rispetto ai dati dell’AIS e di Rohlfs (1968), i risultati della ricerca rivelano una distribuzione areale del fenomeno ben più estesa sia sul versante tirrenico, che sul versante ionico. Le tipologie emerse mostrano – soprattutto nella resa dei costrutti controfattuali della contemporaneità e della anteriorità – un forte grado di variazione, con esiti sia conservativi che innovanti, attraverso una vasta gamma di realizzazioni comprendente tipi locali, siciliani, italiani e costruzioni ‘miste’. In generale, il grado di conservatività vs innovatività correla più sensibilmente con il grado di recessività vs sviluppo delle località indagate che con le caratteristiche socio-demografiche degli informatori, il cui comportamento linguistico appare, con ovvi scarti percentuali, omogeneamente coerente alla vocazione di ciascun punto. Spiegazione diversa sarà invece avanzata per Messina che, anche presso i giovani, mostra una forte stabilità dei tratti locali, in linea con una diffusa tendenza alla difesa delle isoglosse forti dell’area (cfr. Assenza 2008; 2012).
2018
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