Il saggio analizza il difficile percorso di defascistizzazione compiuto dalle forze anglo-americane all'interno delle università del mezzogiorno, all'indomani della caduta del regime fascista. Iil lavoro si divide in due parti: nella prima è stata esaminata la legislazione fascista alla quale si erano dovuti uniformare gli atenei durante il regime, in particolare le riforme De Vecchi e Bottai. In questo contesto, peculiare attenzione è stata riservata alla cosiddetta "politica della razza", in base alla quale non solo venivano istituiti nuovi insegnamenti ( fra il 1938 e il 1940), sempre più in linea con la cultura della razza sia nelle scienze giuridiche e sociali che nelle discipline mediche e biologiche, ma soprattutto venivano allontanati i docenti di religione ebraica. Nella seconda parte è stato analizzato il processo di defascistazzione posto in essere dal Governo Militare Alleato. Nel panorama delle università del Mezzogiorno, un laboratorio di tale a sé è rappresentato dal caso siciliano. In tale contesto, la Educational Commission avrebbe soppresso le cosiddette discipline fasciste, epurato i docenti più compromessi con il regime e soprattutto nominato i nuovi rettori, presidi e ben trentanove professori nei tre atenei siciliani.Le nomine avrebbero rappresentato un unicum rispetto alla politica di epurazione praticata successivamente negli altri atenei italiani.
Le università del Mezzogiorno tra fascismo ed epurazione
Enza Pelleriti
2018-01-01
Abstract
Il saggio analizza il difficile percorso di defascistizzazione compiuto dalle forze anglo-americane all'interno delle università del mezzogiorno, all'indomani della caduta del regime fascista. Iil lavoro si divide in due parti: nella prima è stata esaminata la legislazione fascista alla quale si erano dovuti uniformare gli atenei durante il regime, in particolare le riforme De Vecchi e Bottai. In questo contesto, peculiare attenzione è stata riservata alla cosiddetta "politica della razza", in base alla quale non solo venivano istituiti nuovi insegnamenti ( fra il 1938 e il 1940), sempre più in linea con la cultura della razza sia nelle scienze giuridiche e sociali che nelle discipline mediche e biologiche, ma soprattutto venivano allontanati i docenti di religione ebraica. Nella seconda parte è stato analizzato il processo di defascistazzione posto in essere dal Governo Militare Alleato. Nel panorama delle università del Mezzogiorno, un laboratorio di tale a sé è rappresentato dal caso siciliano. In tale contesto, la Educational Commission avrebbe soppresso le cosiddette discipline fasciste, epurato i docenti più compromessi con il regime e soprattutto nominato i nuovi rettori, presidi e ben trentanove professori nei tre atenei siciliani.Le nomine avrebbero rappresentato un unicum rispetto alla politica di epurazione praticata successivamente negli altri atenei italiani.File | Dimensione | Formato | |
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