Nell’epoca in cui si parla di crisi e mutamento della democrazia e in cui il populismo sembra rispondere ai nuovi bisogni delle società contemporanee, può essere interessante analizzare il caso singolare del “sindaco scalzo” che ha governato la città di Messina per cinque anni (2013-2018). La sua vittoria nel 2013 è figlia della crisi dei partiti, della sfiducia della gente verso la politica istituzionale, della necessità di lasciare il governo della città ad “uno di noi”, all’uomo comune che si oppone alla “casta”. Date queste caratteristiche, dunque, “il fenomeno Accorinti” sembrerebbe presentarsi come una di quelle identità politiche di nuova generazione che in molti hanno inquadrato all’interno della cornice populista. Tuttavia sono tanti gli elementi che lo distinguono, a partire dai valori di cui si fa portatore e dalle dimensioni di single issues a cui s’ispira: dal pacifismo alla difesa dell’ambiente, dal no global al dovere di accoglienza ed ospitalità dei migranti., ai beni comuni (la giunta Accorinti è stata promotrice di una delle prime esperienze di laboratorio dei beni comuni in Italia). La sconfitta del “sindaco scalzo” nelle ultime elezioni amministrative del 2018 e l’elezione di Cateno De luca (ex deputato regionale, conosciuto per avere imbastito una protesta all’ARS presentandosi in biancheria intima, avvolto nella bandiera della regione Sicilia e con in mano la Bibbia da una parte e Pinocchio dall’altra) a sindaco di Messina rendono l’analisi del caso ulteriormente interessante, rappresentando quest’ultimo una figura altrettanto singolare, questa volta più chiaramente inquadrabile all’interno del paradigma populista.

Crisi della democrazia e nuove identità politiche. Dal "sindaco scalzo" al "sindaco sceriffo", il singolare caso Messina

Cammarota, Antonella;Raffa, Valentina
2018-01-01

Abstract

Nell’epoca in cui si parla di crisi e mutamento della democrazia e in cui il populismo sembra rispondere ai nuovi bisogni delle società contemporanee, può essere interessante analizzare il caso singolare del “sindaco scalzo” che ha governato la città di Messina per cinque anni (2013-2018). La sua vittoria nel 2013 è figlia della crisi dei partiti, della sfiducia della gente verso la politica istituzionale, della necessità di lasciare il governo della città ad “uno di noi”, all’uomo comune che si oppone alla “casta”. Date queste caratteristiche, dunque, “il fenomeno Accorinti” sembrerebbe presentarsi come una di quelle identità politiche di nuova generazione che in molti hanno inquadrato all’interno della cornice populista. Tuttavia sono tanti gli elementi che lo distinguono, a partire dai valori di cui si fa portatore e dalle dimensioni di single issues a cui s’ispira: dal pacifismo alla difesa dell’ambiente, dal no global al dovere di accoglienza ed ospitalità dei migranti., ai beni comuni (la giunta Accorinti è stata promotrice di una delle prime esperienze di laboratorio dei beni comuni in Italia). La sconfitta del “sindaco scalzo” nelle ultime elezioni amministrative del 2018 e l’elezione di Cateno De luca (ex deputato regionale, conosciuto per avere imbastito una protesta all’ARS presentandosi in biancheria intima, avvolto nella bandiera della regione Sicilia e con in mano la Bibbia da una parte e Pinocchio dall’altra) a sindaco di Messina rendono l’analisi del caso ulteriormente interessante, rappresentando quest’ultimo una figura altrettanto singolare, questa volta più chiaramente inquadrabile all’interno del paradigma populista.
2018
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