Abstract. Se la chiave del fantasy, ossia del fiabesco, è nello scrigno di chi conosce la lingua dei sogni, allora l’affinità tra il fiabesco e la filosofia sta già nella trasognanza (rêverie) come contemplazione attiva. Ma non ogni fantasy è filosoficamente rilevante, bensì solo quello che sa avventurarsi nella landa del fantastico inteso come rottura dell’ordine riconosciuto, tangente alla caoticità del mistero. E nella misura in cui tali avventure trovano espressione adeguata nei capolavori del fiabesco odierno, si può cogliere la fecondità e attualità filosofica della nozione tolkieniana di eucatastrofe. Abstract. If the key to fantasy, or fairytale, is in the chest of who knows the language of dreams, then the affinity between fairytale and philosophy is already in dreamyness (rêverie) as active contemplation. But not every fantasy is philosophically considerable, but only that which knows how to venture into the land of the fantastic understood as the breaking of recognized order, tangent to the chaoticity of mystery. And to the extent that such adventures find an adequate expression in the masterpieces of contemporary fairytale, one can grasp the philosophical fecundity and actuality of Tolkien’s notion of eucatastrophe.

Eucatastrofe del fiabesco odierno. Per una filosofia del fantasy

Vincenzo Cicero
2019-01-01

Abstract

Abstract. Se la chiave del fantasy, ossia del fiabesco, è nello scrigno di chi conosce la lingua dei sogni, allora l’affinità tra il fiabesco e la filosofia sta già nella trasognanza (rêverie) come contemplazione attiva. Ma non ogni fantasy è filosoficamente rilevante, bensì solo quello che sa avventurarsi nella landa del fantastico inteso come rottura dell’ordine riconosciuto, tangente alla caoticità del mistero. E nella misura in cui tali avventure trovano espressione adeguata nei capolavori del fiabesco odierno, si può cogliere la fecondità e attualità filosofica della nozione tolkieniana di eucatastrofe. Abstract. If the key to fantasy, or fairytale, is in the chest of who knows the language of dreams, then the affinity between fairytale and philosophy is already in dreamyness (rêverie) as active contemplation. But not every fantasy is philosophically considerable, but only that which knows how to venture into the land of the fantastic understood as the breaking of recognized order, tangent to the chaoticity of mystery. And to the extent that such adventures find an adequate expression in the masterpieces of contemporary fairytale, one can grasp the philosophical fecundity and actuality of Tolkien’s notion of eucatastrophe.
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