Il saggio prende in considerazione gli effetti della contraddittorietà tra la riforma costituzionale italiana del 2012 - introduttiva del principio di equilibrio di bilancio, quale meccanismo necessario di potenziamento dell'efficienza ed efficacia amministrative in risposta alla crisi economica - e la ricerca dell'ottimale soluzione giuridica per dare concreta attuazione all'obiettivo di ridurre finalmente l'imponente mole di debito pubblico, accumulatasi in un significativo lasso temporale. In tale prospettiva, l'immagine della "coperta troppo corta" può essere in grado di evidenziare, secondo l'autore, l'inadeguatezza del modello di "amministrazione contabile" in Italia, con precipuo riferimento alla dimensione degli enti locali, nella quale, oggi, sempre più frequentemente, emerge la sofferenza della pubblica amministrazione di fronte alle istanze dei cittadini di tutela sia dei bisogni fondamentali sia dei diritti di credito, proprio in ragione del doveroso accantonamento istituzionale di risorse finalizzate all'abbattimento del debito pubblico. Il risultato della segnalata contraddittorietà è una sorta guerra silente tra le regole restrittive, di derivazione europea, trasposte nella riforma costituzionale in parola e nelle sue leggi attuative, finalizzate, appunto alla rimozione del debito pubblico, e la formazione di un quadro normativo interno, apparentemente in armonia con le regole ed i vincoli sovranazionali, ma di portata sostanzialmente derogatoria, attraverso una serie frastagliata di interventi, proprio nell'applicazione delle regole di "bilanciamento" da parte delle competenti autorità locali (artt. 243-bis e 243-quater T.U.E.L.), il cui sotteso obiettivo è proprio quello di reperire maggiori risorse pubbliche per soddisfare i bisogni ed i diritti dei cittadini, estendendo l'arco temporale di ripiano del disavanzo. Ne deriva che questa sindrome da "coperta troppo corta" è sempre più oggetto di sindacato da parte della Corte Costituzionale e della Corte dei conti, le quali, legate in un dialogo istituzionale, proiettano la loro attenzione anche alle potenziali ripercussioni sulle generazioni future. In tale prospettiva, aumenta costantemente l'incertezza giuridica e, soprattutto, si imprime una direzione asfittica al modello amministrativo locale, la cui inversione di rotta, secondo l'autore, può avvenire solo con l'interazione dei livelli di governance europea e centrale.

La procedura di riequilibrio finanziario pluriennale dell'ente comunale ed il problema della "coperta troppo corta": tra "costituzionalizzazione" della crisi da indebitamento ed inadeguatezza del nuovo modello di amministrazione "contabile"

francesco Siciliano
2019-01-01

Abstract

Il saggio prende in considerazione gli effetti della contraddittorietà tra la riforma costituzionale italiana del 2012 - introduttiva del principio di equilibrio di bilancio, quale meccanismo necessario di potenziamento dell'efficienza ed efficacia amministrative in risposta alla crisi economica - e la ricerca dell'ottimale soluzione giuridica per dare concreta attuazione all'obiettivo di ridurre finalmente l'imponente mole di debito pubblico, accumulatasi in un significativo lasso temporale. In tale prospettiva, l'immagine della "coperta troppo corta" può essere in grado di evidenziare, secondo l'autore, l'inadeguatezza del modello di "amministrazione contabile" in Italia, con precipuo riferimento alla dimensione degli enti locali, nella quale, oggi, sempre più frequentemente, emerge la sofferenza della pubblica amministrazione di fronte alle istanze dei cittadini di tutela sia dei bisogni fondamentali sia dei diritti di credito, proprio in ragione del doveroso accantonamento istituzionale di risorse finalizzate all'abbattimento del debito pubblico. Il risultato della segnalata contraddittorietà è una sorta guerra silente tra le regole restrittive, di derivazione europea, trasposte nella riforma costituzionale in parola e nelle sue leggi attuative, finalizzate, appunto alla rimozione del debito pubblico, e la formazione di un quadro normativo interno, apparentemente in armonia con le regole ed i vincoli sovranazionali, ma di portata sostanzialmente derogatoria, attraverso una serie frastagliata di interventi, proprio nell'applicazione delle regole di "bilanciamento" da parte delle competenti autorità locali (artt. 243-bis e 243-quater T.U.E.L.), il cui sotteso obiettivo è proprio quello di reperire maggiori risorse pubbliche per soddisfare i bisogni ed i diritti dei cittadini, estendendo l'arco temporale di ripiano del disavanzo. Ne deriva che questa sindrome da "coperta troppo corta" è sempre più oggetto di sindacato da parte della Corte Costituzionale e della Corte dei conti, le quali, legate in un dialogo istituzionale, proiettano la loro attenzione anche alle potenziali ripercussioni sulle generazioni future. In tale prospettiva, aumenta costantemente l'incertezza giuridica e, soprattutto, si imprime una direzione asfittica al modello amministrativo locale, la cui inversione di rotta, secondo l'autore, può avvenire solo con l'interazione dei livelli di governance europea e centrale.
2019
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