Il mio intervento si propone di studiare lo stile eccezionale della prima produzione panoramica italiana, segnatamente quella della stagione cinematografica 1955-56, alla luce delle pratiche associate alle nuove tecnologie e ai modelli testuali che vengono generati da queste ultime. L’estetica peculiare dei primi film panoramici risponde a due ragioni principali, separabili l’una dall’altra solo teoricamente. Da un lato, è la conseguenza dell’applicazione dei codici della rappresentazione tradizionale ad una tecnologia profondamente differente. Ogni sistema panoramico ha specifiche caratteristiche tecniche che, intervenendo sulla percorribilità di certe soluzioni espressive, influenzano fortemente il lavoro registico. Dall’altro, è l’esito di alcune deliberate opzioni di messa in scena esercitate per valorizzare le nuove tecniche di ripresa al momento della ricezione, sia dal punto di vista visivo che sonoro. In altre parole, per esaltare la portata spettacolare della proiezione panoramica con suono stereofonico delle sale opportunamente rinnovate. Studiando i primi film per schermo largo – da Continente perduto (Bonzi, Gras, Moser, 1955) a Racconti romani (Franciolini, 1955), da Il Tesoro di Rommel (Marcellini, 1955) a Pane, amore, e… (Risi, 1955) – alla stregua di veri e propri documenti di storia sociale intendo far emergere il patrimonio simbolico e culturale del tempo sedimentato nello stile.

Effetto-Panorama. Le pratiche attrazionali del primo cinema panoramico italiano

VITELLA, Federico
2019-01-01

Abstract

Il mio intervento si propone di studiare lo stile eccezionale della prima produzione panoramica italiana, segnatamente quella della stagione cinematografica 1955-56, alla luce delle pratiche associate alle nuove tecnologie e ai modelli testuali che vengono generati da queste ultime. L’estetica peculiare dei primi film panoramici risponde a due ragioni principali, separabili l’una dall’altra solo teoricamente. Da un lato, è la conseguenza dell’applicazione dei codici della rappresentazione tradizionale ad una tecnologia profondamente differente. Ogni sistema panoramico ha specifiche caratteristiche tecniche che, intervenendo sulla percorribilità di certe soluzioni espressive, influenzano fortemente il lavoro registico. Dall’altro, è l’esito di alcune deliberate opzioni di messa in scena esercitate per valorizzare le nuove tecniche di ripresa al momento della ricezione, sia dal punto di vista visivo che sonoro. In altre parole, per esaltare la portata spettacolare della proiezione panoramica con suono stereofonico delle sale opportunamente rinnovate. Studiando i primi film per schermo largo – da Continente perduto (Bonzi, Gras, Moser, 1955) a Racconti romani (Franciolini, 1955), da Il Tesoro di Rommel (Marcellini, 1955) a Pane, amore, e… (Risi, 1955) – alla stregua di veri e propri documenti di storia sociale intendo far emergere il patrimonio simbolico e culturale del tempo sedimentato nello stile.
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