Prendendo l’avvio dalla lettura del rilievo di Sar-Mashhad (III sec. d. C.) che mostra re Bahrām II mentre trafigge con una spada due leoni, in compagnia di una donna e, in secondo piano, di due cortigiani, il saggio indaga il rapporto, complesso e profondo, che lega il Re al più importante dei felini e alla più nobile delle armi. Re, leone e spada costituiscono una sorta di simplegma mitico centrato attorno a una dea luminosa che ha nel leone il suo animale araldico, e trasmette al Re, insieme al suo amore, quella spada che sin da tempi lontanissimi costituisce il contrassegno della sovranità. In forme analoghe questo complesso mitico, che ha preso forma nelle civiltà del Vicino Oriente Antico e si fonda su un’identificazione antagonistica tra il Re e la fiera, si è conservato sia nella cultura iranica che in quelle europee e mediterranee, declinandosi in alcuni temi caratteristici che via via descrivono la caccia al leone, la lotta o il duello tra l’uomo e la bestia, il sacrificio della fiera ovvero il suo assoggettamento e la sua domesticazione. Come sempre accade nei mitologemi di più antico conio, le figure di questo dramma in origine abitano in cielo. La dea è la luminosa Venere, mentre il leone è Leo, il segno zodiacale legato al sole che porta sulla spalla la stella del re, Regulus, ed è caratterizzato da un asterismo in cui già l’astronomia babilonese riconosceva una spada ricurva. Da qui in particolare nasce l’immagine del leone solare che impugna una spada, nota in Persia come Shir o Khorshid, ma molto diffusa anche in Occidente, dal simbolo della Repubblica Veneta allo stemma della Finlandia.
Re, leoni e spade. Da Persepoli al Medioevo europeo
Carlo Donà
2018-01-01
Abstract
Prendendo l’avvio dalla lettura del rilievo di Sar-Mashhad (III sec. d. C.) che mostra re Bahrām II mentre trafigge con una spada due leoni, in compagnia di una donna e, in secondo piano, di due cortigiani, il saggio indaga il rapporto, complesso e profondo, che lega il Re al più importante dei felini e alla più nobile delle armi. Re, leone e spada costituiscono una sorta di simplegma mitico centrato attorno a una dea luminosa che ha nel leone il suo animale araldico, e trasmette al Re, insieme al suo amore, quella spada che sin da tempi lontanissimi costituisce il contrassegno della sovranità. In forme analoghe questo complesso mitico, che ha preso forma nelle civiltà del Vicino Oriente Antico e si fonda su un’identificazione antagonistica tra il Re e la fiera, si è conservato sia nella cultura iranica che in quelle europee e mediterranee, declinandosi in alcuni temi caratteristici che via via descrivono la caccia al leone, la lotta o il duello tra l’uomo e la bestia, il sacrificio della fiera ovvero il suo assoggettamento e la sua domesticazione. Come sempre accade nei mitologemi di più antico conio, le figure di questo dramma in origine abitano in cielo. La dea è la luminosa Venere, mentre il leone è Leo, il segno zodiacale legato al sole che porta sulla spalla la stella del re, Regulus, ed è caratterizzato da un asterismo in cui già l’astronomia babilonese riconosceva una spada ricurva. Da qui in particolare nasce l’immagine del leone solare che impugna una spada, nota in Persia come Shir o Khorshid, ma molto diffusa anche in Occidente, dal simbolo della Repubblica Veneta allo stemma della Finlandia.File | Dimensione | Formato | |
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