Dopo l'armistizio Salasco e sul finire del 1848 fioriscono, per iniziativa del nuovo presidente del Consiglio piemontese, Vincenzo Gioberti, nuove iniziative diplomatiche tendenti a creare intese politiche e militari con altre nazionalità in lotta contro l'Austria. Già auspicata negli anni precedenti da uomini come Mazzini, Tommaseo, Mamiani e altri, l'alleanza con il movimento nazionale ungherese capeggiato da Lajos Kossuth, impegnato in quel momento in una dura contesa con Vienna, sembra rappresentare una possibile carta vincente da giocare in vista di una ripresa delle ostilità contro l'Austria. Incaricati di altrettante missioni segrete al fine di stringere al più presto rapporti operativi con gli insorti ungheresi e di ottenere l'appoggio diplomatico della Serbia, Alessandro Monti e Marcello Cerruti saranno protagonisti di questa breve e poco fortunata stagione dell'offensiva diplomatica piemontese in chiave antiasburgica, tendente a creare un'alleanza italo-magiaro-slava rivolta contro l'Austria e a cercare, attraverso l'apertura di diversi e contemporanei fronti di guerra, di piegare il prestigio e la capacità di reazione militare del governo di Vienna. La sconfitta di Novara darà un duro colpo a queste speranze di intesa appena accese e vano, malgrado l'eroismo dimostrato anche sui campi di battaglia ungheresi, risulterà l'impegno profuso dai due diplomatici piemontesi.

Dopo l'armistizio Salasco. Gioberti e le nuove strategie diplomatiche piemontesi per una ripresa della guerra contro l'Austria

Fornaro Pasquale
2020-01-01

Abstract

Dopo l'armistizio Salasco e sul finire del 1848 fioriscono, per iniziativa del nuovo presidente del Consiglio piemontese, Vincenzo Gioberti, nuove iniziative diplomatiche tendenti a creare intese politiche e militari con altre nazionalità in lotta contro l'Austria. Già auspicata negli anni precedenti da uomini come Mazzini, Tommaseo, Mamiani e altri, l'alleanza con il movimento nazionale ungherese capeggiato da Lajos Kossuth, impegnato in quel momento in una dura contesa con Vienna, sembra rappresentare una possibile carta vincente da giocare in vista di una ripresa delle ostilità contro l'Austria. Incaricati di altrettante missioni segrete al fine di stringere al più presto rapporti operativi con gli insorti ungheresi e di ottenere l'appoggio diplomatico della Serbia, Alessandro Monti e Marcello Cerruti saranno protagonisti di questa breve e poco fortunata stagione dell'offensiva diplomatica piemontese in chiave antiasburgica, tendente a creare un'alleanza italo-magiaro-slava rivolta contro l'Austria e a cercare, attraverso l'apertura di diversi e contemporanei fronti di guerra, di piegare il prestigio e la capacità di reazione militare del governo di Vienna. La sconfitta di Novara darà un duro colpo a queste speranze di intesa appena accese e vano, malgrado l'eroismo dimostrato anche sui campi di battaglia ungheresi, risulterà l'impegno profuso dai due diplomatici piemontesi.
2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3152526
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