Scopo del contributo è quello di indagare sulle recenti modifiche apportate alla disciplina del processo canonico di nullità matrimoniale dal Motu proprio “Mitis Iudex Dominus Iesus”, nel tentativo di verificare se la riforma – che, com’è noto, ha previsto, tra le altre novità, un processo più breve innanzi al Vescovo, nonché la eliminazione della doppia sentenza conforme - sia in linea con l’impronta propria della giurisdizione canonica. Sembra possibile rilevare che la devoluzione al Vescovo di un giudizio più breve - e la conseguente riduzione delle forme processuali - non dovrebbero avere intaccato i principi cardine della giurisdizione canonica. A questo proposito, un elemento dotato di notevole capacità rivelatrice è costituito dalla stessa definizione, presente nel Motu proprio, del Vescovo come “giudice nato” e garante dell’unità della fede. Con tale definizione infatti, si previene l’obiezione di un vulnus alla giurisdizione canonica, la cui caratteristica peculiare risiede certamente nella circostanza che, nel bilanciamento fra la capacità del giudicante di individuare la verità sostanziale ed il rispetto di forme complesse e defatiganti, si deve ritenere prevalente la prima. Il lavoro, dunque, dopo una prima parte dedicata alla ricognizione delle novità introdotte nel 2015, sarà dedicato, nella seconda parte, alla ricostruzione storica del processus brevior coram Episcopo e dell’istituto della c.d. doppia conforme, nonché all’esame della congruità di tale riforma con i principi ed i valori tipici del diritto canonico.

Novità processuali in materia di nullità matrimoniale e giurisdizione canonica

Tigano Marta;
2019-01-01

Abstract

Scopo del contributo è quello di indagare sulle recenti modifiche apportate alla disciplina del processo canonico di nullità matrimoniale dal Motu proprio “Mitis Iudex Dominus Iesus”, nel tentativo di verificare se la riforma – che, com’è noto, ha previsto, tra le altre novità, un processo più breve innanzi al Vescovo, nonché la eliminazione della doppia sentenza conforme - sia in linea con l’impronta propria della giurisdizione canonica. Sembra possibile rilevare che la devoluzione al Vescovo di un giudizio più breve - e la conseguente riduzione delle forme processuali - non dovrebbero avere intaccato i principi cardine della giurisdizione canonica. A questo proposito, un elemento dotato di notevole capacità rivelatrice è costituito dalla stessa definizione, presente nel Motu proprio, del Vescovo come “giudice nato” e garante dell’unità della fede. Con tale definizione infatti, si previene l’obiezione di un vulnus alla giurisdizione canonica, la cui caratteristica peculiare risiede certamente nella circostanza che, nel bilanciamento fra la capacità del giudicante di individuare la verità sostanziale ed il rispetto di forme complesse e defatiganti, si deve ritenere prevalente la prima. Il lavoro, dunque, dopo una prima parte dedicata alla ricognizione delle novità introdotte nel 2015, sarà dedicato, nella seconda parte, alla ricostruzione storica del processus brevior coram Episcopo e dell’istituto della c.d. doppia conforme, nonché all’esame della congruità di tale riforma con i principi ed i valori tipici del diritto canonico.
2019
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tigano+.M_Novità.pdf

accesso aperto

Descrizione: Novità processuali in materia di nullità matrimoniale
Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Creative commons
Dimensione 664.56 kB
Formato Adobe PDF
664.56 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3152778
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact