Oggetto del contributo è una singolare testina fittile femminile con corna ed orecchie bovine, rinvenuta nel 1951 sulla collinetta della Madonna dell’Alemanna, a Nord della città di Gela. Qui, a seguito della scoperta casuale di una fossa votiva di VII-VI sec. a.C., gli studiosi localizzarono un importante santuario extraurbano della polis greca e lo attribuirono a Demetra soprattutto in virtù della testina, recuperata al di fuori della fossa, perché ritennero che essa fosse allusiva al legame tra la dea, i bovini e l’agricoltura. In assenza di dati specifici sulla giacitura originaria del pezzo, il presente studio ne fissa la datazione intorno alla metà del V sec. a.C. su base tipologica e stilistica e lo assegna a fabbrica locale. Attraverso poi la disamina di numerose fonti letterarie e iconografiche, la ricerca perviene all’ipotesi che il frammento possa essere pertinente ad una statuetta di aspetto ibrido, insieme umano e animale, che rappresentava Io, la famosa sacerdotessa del santuario di Hera ad Argo, amata da Zeus, trasformata in candida vacca e poi assurta al rango di eroina capostipite della regale stirpe degli Achei. Alla luce di tale identificazione, lo studio affronta il complesso problema del rapporto tra la figura di Io e quella di Hera, divinità di riferimento della sacerdotessa nella sfera del mito, specificamente nell’ambito argivo; ed inoltre, prendendo in esame altri esempi di manufatti di varie provenienze raffiguranti l’eroina, indaga sulla possibilità di eventuali riflessi di tale rapporto nelle attività rituali connesse con il culto della dea. In conclusione, viene dunque avanzata l’ipotesi che sulla collinetta dell’Alemanna esistesse almeno un edificio o uno spazio dedicato a Hera Argiva.

Una testina fittile di Io dal santuario della Madonna dell'Alemanna a Gela

Spagnolo Grazia
2020-01-01

Abstract

Oggetto del contributo è una singolare testina fittile femminile con corna ed orecchie bovine, rinvenuta nel 1951 sulla collinetta della Madonna dell’Alemanna, a Nord della città di Gela. Qui, a seguito della scoperta casuale di una fossa votiva di VII-VI sec. a.C., gli studiosi localizzarono un importante santuario extraurbano della polis greca e lo attribuirono a Demetra soprattutto in virtù della testina, recuperata al di fuori della fossa, perché ritennero che essa fosse allusiva al legame tra la dea, i bovini e l’agricoltura. In assenza di dati specifici sulla giacitura originaria del pezzo, il presente studio ne fissa la datazione intorno alla metà del V sec. a.C. su base tipologica e stilistica e lo assegna a fabbrica locale. Attraverso poi la disamina di numerose fonti letterarie e iconografiche, la ricerca perviene all’ipotesi che il frammento possa essere pertinente ad una statuetta di aspetto ibrido, insieme umano e animale, che rappresentava Io, la famosa sacerdotessa del santuario di Hera ad Argo, amata da Zeus, trasformata in candida vacca e poi assurta al rango di eroina capostipite della regale stirpe degli Achei. Alla luce di tale identificazione, lo studio affronta il complesso problema del rapporto tra la figura di Io e quella di Hera, divinità di riferimento della sacerdotessa nella sfera del mito, specificamente nell’ambito argivo; ed inoltre, prendendo in esame altri esempi di manufatti di varie provenienze raffiguranti l’eroina, indaga sulla possibilità di eventuali riflessi di tale rapporto nelle attività rituali connesse con il culto della dea. In conclusione, viene dunque avanzata l’ipotesi che sulla collinetta dell’Alemanna esistesse almeno un edificio o uno spazio dedicato a Hera Argiva.
2020
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