Colui che mi viene incontro come straniero, ossia in quanto così lo considero, è tale solo nella misura in cui io sono straniero a me stesso, solo perché – come mostra anche il pensiero psicoanalitico – rifiuto di riconoscere quella parte di me che proietto su di lui quale esistenza altra. È invece a partire dal fondamentale riconoscimento dell’alterità interna che si apre la possibilità di pensare la differenza (la dividualità) costitutiva di ciascuno come comunanza di tutti gli individui, intra- ed extra-comunitariamente; e soltanto allora la comunità potrà iniziare a comprendersi come un Noi che condona a sé e a Loro la differenza che li co-istituisce.
Dello straniero che ciascuno è a se stesso
Vincenzo Cicero
Ultimo
Membro del Collaboration Group
2020-01-01
Abstract
Colui che mi viene incontro come straniero, ossia in quanto così lo considero, è tale solo nella misura in cui io sono straniero a me stesso, solo perché – come mostra anche il pensiero psicoanalitico – rifiuto di riconoscere quella parte di me che proietto su di lui quale esistenza altra. È invece a partire dal fondamentale riconoscimento dell’alterità interna che si apre la possibilità di pensare la differenza (la dividualità) costitutiva di ciascuno come comunanza di tutti gli individui, intra- ed extra-comunitariamente; e soltanto allora la comunità potrà iniziare a comprendersi come un Noi che condona a sé e a Loro la differenza che li co-istituisce.Pubblicazioni consigliate
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