La personalizzazione dell’offerta, sulla quale si è concentrata l’attenzione dei più recenti interventi regolatori, interni ed europei, presenta aspetti di indubbio vantaggio legati al rafforzamento della correttezza e della stabilità nei rapporti contrattuali, all’aumento della protezione della parte debole del contratto, destinataria esclusivamente di strumenti ritenuti adatti al proprio profilo economico-finanziario, al miglioramento dell’economicità e della qualità dei servizi offerti, sempre più flessibili e versatili, in un generale contesto volto a garantire una maggiore efficienza di tutto il sistema. Allo stesso tempo, tuttavia, essa impone alcune riflessioni in ordine agli effetti prodotti sull’assetto negoziale e, in particolare, sull’autonomia contrattuale delle parti. Il cliente, segnatamente, già parte aderente di un contratto predisposto unilateralmente, sembra subire ulteriori limitazioni connesse alla scelta del bene o del servizio, che viene orientata in base a fattori prestabiliti esterni al contratto stesso. Ci si interroga se tale soluzione possa essere pienamente giustificata dagli obiettivi sottesi e dal rinnovato ruolo assunto dal cliente nella catena di valore dei nuovi prodotti, disegnati anche con il suo concorso più o meno consapevole ovvero se, al contrario, si risolva nella previsione di ulteriori vincoli per il cliente che potrebbero importare l’individuazione di specifici rimedi. Ciò nell’ambito di un rinnovato assetto dei rapporti tra intermediario e cliente che, probabilmente, richiede a quest’ultimo una partecipazione più attiva rispetto al passato nel processo di formazione della scelta consapevole ed informata, in luogo del semplice sfruttamento degli obblighi posti a carico del primo.

La personalizzazione dell’offerta di prodotti e servizi finanziari: alcune considerazioni sugli effetti nei rapporti tra intermediari e clienti

roberto caratozzolo
2020-01-01

Abstract

La personalizzazione dell’offerta, sulla quale si è concentrata l’attenzione dei più recenti interventi regolatori, interni ed europei, presenta aspetti di indubbio vantaggio legati al rafforzamento della correttezza e della stabilità nei rapporti contrattuali, all’aumento della protezione della parte debole del contratto, destinataria esclusivamente di strumenti ritenuti adatti al proprio profilo economico-finanziario, al miglioramento dell’economicità e della qualità dei servizi offerti, sempre più flessibili e versatili, in un generale contesto volto a garantire una maggiore efficienza di tutto il sistema. Allo stesso tempo, tuttavia, essa impone alcune riflessioni in ordine agli effetti prodotti sull’assetto negoziale e, in particolare, sull’autonomia contrattuale delle parti. Il cliente, segnatamente, già parte aderente di un contratto predisposto unilateralmente, sembra subire ulteriori limitazioni connesse alla scelta del bene o del servizio, che viene orientata in base a fattori prestabiliti esterni al contratto stesso. Ci si interroga se tale soluzione possa essere pienamente giustificata dagli obiettivi sottesi e dal rinnovato ruolo assunto dal cliente nella catena di valore dei nuovi prodotti, disegnati anche con il suo concorso più o meno consapevole ovvero se, al contrario, si risolva nella previsione di ulteriori vincoli per il cliente che potrebbero importare l’individuazione di specifici rimedi. Ciò nell’ambito di un rinnovato assetto dei rapporti tra intermediario e cliente che, probabilmente, richiede a quest’ultimo una partecipazione più attiva rispetto al passato nel processo di formazione della scelta consapevole ed informata, in luogo del semplice sfruttamento degli obblighi posti a carico del primo.
2020
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