L’arte dello scrivere è alla base del cinema quanto della letteratura. Un film che indaga i meccanismi e i segreti della scrittura è, quindi, un film in parte metanarrativo, perché ripercorre una fase rilevante del proprio processo realizzativo. Allo stesso tempo, qualunque film metafilmico, da Effetto notte (di François Truffaut, 1973) al recentissimo C’era una volta a... Hollywood (di Quentin Tarantino, 2019), è anche un film sulla scrittura, su che cosa significhi creare un racconto, con le sole parole o con le parole, le immagini e il suono. Negli ultimi anni diversi sono i film italiani ruotanti totalmente intorno alla scrittura, ovvero, ma è lo stesso, intorno a scrittori. La scrittura non è solamente la fonte delle storie a cui si abbevera il cinema, direttamente o per il tramite della letteratura. La scrittura è anche uno strumento della storia, un meccanismo che accelera, frena, fa virare l’azione, grazie al suo potere di trasportare nella vicenda personaggi, eventi, situazioni non presenti, passati o futuri, vicini o lontani, fattuali o solamente possibili. Messaggini e post nei social network, alternati e incrociati con immagini, video, musica sono oggi oggetti della quotidianità, che passano inosservati nella vita come nei film. È lontano il tempo in cui la scrittura era lo scoglio enorme contro cui si scontravano senza speranza di salvezza i parlanti italiani semicolti o istruiti ma impacciati di fronte all’ufficialità della penna e del foglio. Il rapporto con la scrittura, e in particolare con la lettera, ha prodotto due dei momenti più iconici del cinema italiano della seconda metà del Novecento: la scena della redazione della lettera nel film Totò, Peppino... e la malafemmina (di Camillo Mastrocinque, 1956), della quale è superfluo parlare, e quella del film Non ci resta che piangere (di Massimo Troisi e Roberto Benigni, 1984), nella quale i protagonisti Saverio e Mario scrivono nientemeno che a Girolamo Savonarola per pregarlo di far rilasciare il loro amico Vitellozzo.
Scrittura
Fabio Ruggiano
2020-01-01
Abstract
L’arte dello scrivere è alla base del cinema quanto della letteratura. Un film che indaga i meccanismi e i segreti della scrittura è, quindi, un film in parte metanarrativo, perché ripercorre una fase rilevante del proprio processo realizzativo. Allo stesso tempo, qualunque film metafilmico, da Effetto notte (di François Truffaut, 1973) al recentissimo C’era una volta a... Hollywood (di Quentin Tarantino, 2019), è anche un film sulla scrittura, su che cosa significhi creare un racconto, con le sole parole o con le parole, le immagini e il suono. Negli ultimi anni diversi sono i film italiani ruotanti totalmente intorno alla scrittura, ovvero, ma è lo stesso, intorno a scrittori. La scrittura non è solamente la fonte delle storie a cui si abbevera il cinema, direttamente o per il tramite della letteratura. La scrittura è anche uno strumento della storia, un meccanismo che accelera, frena, fa virare l’azione, grazie al suo potere di trasportare nella vicenda personaggi, eventi, situazioni non presenti, passati o futuri, vicini o lontani, fattuali o solamente possibili. Messaggini e post nei social network, alternati e incrociati con immagini, video, musica sono oggi oggetti della quotidianità, che passano inosservati nella vita come nei film. È lontano il tempo in cui la scrittura era lo scoglio enorme contro cui si scontravano senza speranza di salvezza i parlanti italiani semicolti o istruiti ma impacciati di fronte all’ufficialità della penna e del foglio. Il rapporto con la scrittura, e in particolare con la lettera, ha prodotto due dei momenti più iconici del cinema italiano della seconda metà del Novecento: la scena della redazione della lettera nel film Totò, Peppino... e la malafemmina (di Camillo Mastrocinque, 1956), della quale è superfluo parlare, e quella del film Non ci resta che piangere (di Massimo Troisi e Roberto Benigni, 1984), nella quale i protagonisti Saverio e Mario scrivono nientemeno che a Girolamo Savonarola per pregarlo di far rilasciare il loro amico Vitellozzo.Pubblicazioni consigliate
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