Quando si affronta il tema che afferisce alle funzioni dei docenti nella scuola inclusiva certamente è difficile riscontrare risposte condivise ed unanimità di vedute, anche per la complessità e la varietà delle problematiche che bisogna affrontare. Prima fra tutte, la questione del raccordo tra domanda sociale di formazione e risposta istituzionale in capo alla Scuola. Ciò soprattutto in considerazione di una maturata consapevolezza che l’educazione rappresenta un servizio di risposta sociale a ogni persona, nessuna esclusa. Se per un verso può essere agevole strutturare e proporre soluzioni organizzative, metodologiche e didattiche, abbastanza generalizzate per gli alunni dotati di adeguata abilità cognitiva e relazionale, non risulta altrettanto semplice per gli alunni che presentano “bisogni educativi speciali”. Le difficoltà di realizzazione aumentano allorquando si vuole creare un clima inclusivo all’interno delle classi e della scuola, con progetti mirati al coinvolgimento di tutti gli attori del servizio educativo, per assicurare risposte personalizzate di esercizio educativo e didattico. Il problema abbraccia e coinvolge tanto i docenti, nella loro diversa funzione, quanto gli alunni nelle loro relazioni e nello sviluppo delle loro conoscenze, abilità e competenze, oltre al personale ausiliario che a vario titolo viene coinvolto nell’esercizio formativo. A essere interessato è pure lo stesso “contesto” in cui la scuola esercita le proprie funzioni, dalla famiglia alle strutture integrative di servizio alla persona, soprattutto laddove sono più evidenti le situazioni di disagio che a vario titolo vanno ad incidere sull’esprimersi dei bisogni legati alla disabilità.

Il ruolo dei docenti nella scuola inclusiva

Annamaria Curatola
2020-01-01

Abstract

Quando si affronta il tema che afferisce alle funzioni dei docenti nella scuola inclusiva certamente è difficile riscontrare risposte condivise ed unanimità di vedute, anche per la complessità e la varietà delle problematiche che bisogna affrontare. Prima fra tutte, la questione del raccordo tra domanda sociale di formazione e risposta istituzionale in capo alla Scuola. Ciò soprattutto in considerazione di una maturata consapevolezza che l’educazione rappresenta un servizio di risposta sociale a ogni persona, nessuna esclusa. Se per un verso può essere agevole strutturare e proporre soluzioni organizzative, metodologiche e didattiche, abbastanza generalizzate per gli alunni dotati di adeguata abilità cognitiva e relazionale, non risulta altrettanto semplice per gli alunni che presentano “bisogni educativi speciali”. Le difficoltà di realizzazione aumentano allorquando si vuole creare un clima inclusivo all’interno delle classi e della scuola, con progetti mirati al coinvolgimento di tutti gli attori del servizio educativo, per assicurare risposte personalizzate di esercizio educativo e didattico. Il problema abbraccia e coinvolge tanto i docenti, nella loro diversa funzione, quanto gli alunni nelle loro relazioni e nello sviluppo delle loro conoscenze, abilità e competenze, oltre al personale ausiliario che a vario titolo viene coinvolto nell’esercizio formativo. A essere interessato è pure lo stesso “contesto” in cui la scuola esercita le proprie funzioni, dalla famiglia alle strutture integrative di servizio alla persona, soprattutto laddove sono più evidenti le situazioni di disagio che a vario titolo vanno ad incidere sull’esprimersi dei bisogni legati alla disabilità.
2020
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