L’intento di questo contributo consiste nell’evidenziare l’intrinseca natura tecnica che accomuna la percezione visiva e la performance pittorica, a partire dal loro comune radicarsi nella stessa fabbrica corporea che le pone in essere. Come ogni altra tecnica artistica, la pittura si rivela il naturale proseguimento di un’attitudine tecnologica già radicata nei dispositivi sensorimotori del corpo in azione e indirizzata all’abitare un mondo già congenere agli stessi agenti incarnati, dato che gli oggetti che lo popolano condividono con esso il medesimo elemento ontologico della “carne”. In riferimento alle analisi condotte da Merleau-Ponty sul significato dell’opera pittorica di Cézanne, si tenterà di evidenziare come la finalità precipua della pittura consista, in analogia alle analisi descrittive rese possibili dalla riduzione fenomenologica, nel rendere intersoggettivamente evidente il lavorio sotterraneo della visione prima del suo sedimentarsi in una scena percettiva compiuta. Come attestano le evidenze sperimentali provenienti dalle neuroscienze odierne, la percezione è in buona parte un processo ricostruttivo di “messa in immagine”, anziché una presunta riproduzione fedele dello spettacolo del mondo, laddove la pittura, tanto sul piano della creazione, quanto su quello della fruizione, si avvale a titolo di strumenti delle stesse risorse sensorimotorie.
MERLEAU-PONTY E CÉZANNE: VISIONE E PITTURA COME TECNOLOGIE INCARNATE
Edoardo Fugali
2020-01-01
Abstract
L’intento di questo contributo consiste nell’evidenziare l’intrinseca natura tecnica che accomuna la percezione visiva e la performance pittorica, a partire dal loro comune radicarsi nella stessa fabbrica corporea che le pone in essere. Come ogni altra tecnica artistica, la pittura si rivela il naturale proseguimento di un’attitudine tecnologica già radicata nei dispositivi sensorimotori del corpo in azione e indirizzata all’abitare un mondo già congenere agli stessi agenti incarnati, dato che gli oggetti che lo popolano condividono con esso il medesimo elemento ontologico della “carne”. In riferimento alle analisi condotte da Merleau-Ponty sul significato dell’opera pittorica di Cézanne, si tenterà di evidenziare come la finalità precipua della pittura consista, in analogia alle analisi descrittive rese possibili dalla riduzione fenomenologica, nel rendere intersoggettivamente evidente il lavorio sotterraneo della visione prima del suo sedimentarsi in una scena percettiva compiuta. Come attestano le evidenze sperimentali provenienti dalle neuroscienze odierne, la percezione è in buona parte un processo ricostruttivo di “messa in immagine”, anziché una presunta riproduzione fedele dello spettacolo del mondo, laddove la pittura, tanto sul piano della creazione, quanto su quello della fruizione, si avvale a titolo di strumenti delle stesse risorse sensorimotorie.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.