Venticinque racconti, venticinque storie di donne che potremmo incontrare nella vita di tutti i giorni e che, nella scrittura di Maria Franzè, riescono a svelarci “cose” tanto più speciali quanto più calate e celate nel regime dell’ovvio, della quotidianità, di quella banalità che, d’altra parte, Hannah Arendt mise al centro della sua sconvolgente filosofia. Ed è proprio questo il tratto comune che fa di Qualcosa di noi (Masciulli edizioni, 2019) una raccolta narrativa particolarmente interessante per chi volesse coglierne le implicazioni psicoantropologiche; per chi volesse far proprio lo sguardo come l’ascolto di una giovane scrittrice che punta a scoprire, guardandole da una certa distanza (direbbe Giovanni Verga), particolarità, diversità, eccezionalità nelle storie più ovvie e comuni ma che ovvie e comuni affatto non sono.
Storie di donne a metà. I racconti di Maria Franzè
MAURO GERACI
2020-01-01
Abstract
Venticinque racconti, venticinque storie di donne che potremmo incontrare nella vita di tutti i giorni e che, nella scrittura di Maria Franzè, riescono a svelarci “cose” tanto più speciali quanto più calate e celate nel regime dell’ovvio, della quotidianità, di quella banalità che, d’altra parte, Hannah Arendt mise al centro della sua sconvolgente filosofia. Ed è proprio questo il tratto comune che fa di Qualcosa di noi (Masciulli edizioni, 2019) una raccolta narrativa particolarmente interessante per chi volesse coglierne le implicazioni psicoantropologiche; per chi volesse far proprio lo sguardo come l’ascolto di una giovane scrittrice che punta a scoprire, guardandole da una certa distanza (direbbe Giovanni Verga), particolarità, diversità, eccezionalità nelle storie più ovvie e comuni ma che ovvie e comuni affatto non sono.Pubblicazioni consigliate
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