Le conseguenze della pandemia sui lavoratori immigrati in agricoltura, tra decisioni politiche e interessi economici

La diffusione della pandemia da Covid-19 ha lasciato emergere tutte le contraddizioni tipiche dei paesi a capitalismo avanzato. All'interno di specifici settori come le filiere agroalimentari, in cui lo sfruttamento del lavoro assume spesso la conformazione della semischiavitù, i braccianti si ritrovano all’improvviso ad essere considerati come “key workers”. La pandemia, così, potrebbe rappresentare la grande opportunità per la sfera politica di reimpossessarsi della sua funzione regolatrice, sempre più spesso posta ai margini dalle forze economiche. In tutti i paesi europei, dunque, gli Stati potrebbero migliorare i diritti dei lavoratori immigrati, attraverso l'introduzione di politiche di sicurezza e inclusione sociale. In questo contesto, questo saggio si propone di analizzare queste dinamiche per rispondere alle seguenti domande: può la pandemia rappresentare un'opportunità per ottenere un più adeguato riconoscimento sociale ed economico per i lavoratori immigrati? Può la politica svolgere una funzione attiva nel ridefinire il suo ruolo, oppure si tratta di retoriche temporanee che finiranno per riprodurre le disuguaglianze sociali? [Altro abstract in inglese: Following the spread of Covid-19 all the typical contradictions of advanced capitalist countries emerged. For instance, within specific sectors such as agri-food supply chains, in which labour exploitation is often a real example of modern day slavery, workers suddenly find that they are considered as key workers. A pandemic, could be, in every European Country, a big opportunity to improve the rights of immigrant workers, through the introduction of social inclusion policies. In this context, this essay aims to analyse these dynamics to answer the following question: can covid- 19 represent a chance to obtain a more adequate social and economic recognition for immigrant workers? Or will it further increase social inequalities?]