L’articolo approfondisce il “regionalismo differenziato” in ambito tributario evidenziando le difficoltà applicative derivanti dalla clausola di invarianza finanziaria contenuta nelle pre-intese già concluse, che preclude nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Il finanziamento di questi spazi di autonomia differenziata dovrebbe infatti, essere sostenuto dalle entrate delle Regioni che li richiederanno. Nondimeno, da una prima analisi dei preaccordi già formulati, sembra che le Regioni proponenti intendano tenere ferme le risorse all'interno del territorio delle stesse e condizionarle a favore di chi in essa risiede, prefigurando, pertanto, il concreto rischio di intaccare i diritti sociali fondamentali, a causa della ricaduta sulla distribuzione delle risorse complessive tra Regioni. Le regole di contribuzione al sostenimento della spesa pubblica vigenti sono, tuttavia, ancora basate sul "binomio" di valori costituzionali riconducibili al generale dovere di solidarietà economica e al principio di capacità contributiva. E', dunque, chiara l'esigenza di preordinare la concreta operatività del regionalismo differenziato - per preservare la neutralità e il mantenimento della coesione sociale - alla attuazione dei predetti principi. E’ anche essenziale promuovere alcuni spazi di autonomia tributaria che assicurerebbero alle Regioni italiane la concreta possibilità di finanziare le nuove condizioni senza alterare l'equilibrio complessivo.
Le "asimmetrie fiscali" tra Regioni italiane: stato dell'arte, criticità e prospettive
ACCORDINO P.
Primo
Writing – Review & Editing
2020-01-01
Abstract
L’articolo approfondisce il “regionalismo differenziato” in ambito tributario evidenziando le difficoltà applicative derivanti dalla clausola di invarianza finanziaria contenuta nelle pre-intese già concluse, che preclude nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Il finanziamento di questi spazi di autonomia differenziata dovrebbe infatti, essere sostenuto dalle entrate delle Regioni che li richiederanno. Nondimeno, da una prima analisi dei preaccordi già formulati, sembra che le Regioni proponenti intendano tenere ferme le risorse all'interno del territorio delle stesse e condizionarle a favore di chi in essa risiede, prefigurando, pertanto, il concreto rischio di intaccare i diritti sociali fondamentali, a causa della ricaduta sulla distribuzione delle risorse complessive tra Regioni. Le regole di contribuzione al sostenimento della spesa pubblica vigenti sono, tuttavia, ancora basate sul "binomio" di valori costituzionali riconducibili al generale dovere di solidarietà economica e al principio di capacità contributiva. E', dunque, chiara l'esigenza di preordinare la concreta operatività del regionalismo differenziato - per preservare la neutralità e il mantenimento della coesione sociale - alla attuazione dei predetti principi. E’ anche essenziale promuovere alcuni spazi di autonomia tributaria che assicurerebbero alle Regioni italiane la concreta possibilità di finanziare le nuove condizioni senza alterare l'equilibrio complessivo.File | Dimensione | Formato | |
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