La sentenza in commento affronta il problema dei rapporti tra desistenza volontaria e tentativo compiuto, aderendo al più rigoroso (e non del tutto condivisibile) orientamento giurisprudenziale che nega la compatibilità dei due istituti. Pur condivisibile nelle conclusioni cui perviene la decisione appare criticabile in ragione del debole impianto argomentativo che le sorregge: da un lato, viene pretermesso ogni riferimento al profilo della volontarietà; dall’altro, una volta esclusa la desistenza, si omette di valutare la possibilità di riconoscere l’attenuante del recesso attivo. La pronuncia offre l’occasione per fare il punto, in prospettiva tanto de iure condito, quanto de iure condendo, sui parametri di individuazione dei confini tra la desistenza, recesso e tentativo fallito, soprattutto con riferimento “casi limite” nei quali risulta non del tutto chiaro se l’abbandono dell’azione criminosa da parte dell’agente sia dovuto alla “decisiva” interferenza di fattori impeditivi esterni ovvero sia frutto di una decisione libera da condizionamenti .

Gli incerti confini tra desistenza, recesso e tentativo fallito

La Rosa Emanuele
2021-01-01

Abstract

La sentenza in commento affronta il problema dei rapporti tra desistenza volontaria e tentativo compiuto, aderendo al più rigoroso (e non del tutto condivisibile) orientamento giurisprudenziale che nega la compatibilità dei due istituti. Pur condivisibile nelle conclusioni cui perviene la decisione appare criticabile in ragione del debole impianto argomentativo che le sorregge: da un lato, viene pretermesso ogni riferimento al profilo della volontarietà; dall’altro, una volta esclusa la desistenza, si omette di valutare la possibilità di riconoscere l’attenuante del recesso attivo. La pronuncia offre l’occasione per fare il punto, in prospettiva tanto de iure condito, quanto de iure condendo, sui parametri di individuazione dei confini tra la desistenza, recesso e tentativo fallito, soprattutto con riferimento “casi limite” nei quali risulta non del tutto chiaro se l’abbandono dell’azione criminosa da parte dell’agente sia dovuto alla “decisiva” interferenza di fattori impeditivi esterni ovvero sia frutto di una decisione libera da condizionamenti .
2021
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