L’intertestualità è un elemento fondamentale dell’opera teatrale La confessione (2013, ultima versione 2018) di Wael Kadour. Scegliendo La morte e la fanciulla di Ariel Dorfmann (1992) come pièce nella pièce recitata dai personaggi attori, Kadour ne trae ispirazione anche per la trama della sua opera, alla quale aggiunge dettagli e ambientazione derivati, invece, dal diario di prigionia di Mustafa Khalifa (La conchiglia, 2007). Se studiata nell’ottica dell’intertestualità, e cioè in rapporto alle opere che l’hanno ispirata, La confessione rivela i suoi temi principali - il rapporto vittima/carnefice e la confessione - in tutta la loro complessità. L’intertestualità, con i suoi rimandi a un testo esistente e al metateatro, riflette sul gioco delle parti e agisce come specchio rivelatore di una confessione che, per essere reale, non può essere estorta.
Wael Kadour e l’inconfessabile verità che solo lo specchio teatrale può rivelare
Daniela Potenza
2020-01-01
Abstract
L’intertestualità è un elemento fondamentale dell’opera teatrale La confessione (2013, ultima versione 2018) di Wael Kadour. Scegliendo La morte e la fanciulla di Ariel Dorfmann (1992) come pièce nella pièce recitata dai personaggi attori, Kadour ne trae ispirazione anche per la trama della sua opera, alla quale aggiunge dettagli e ambientazione derivati, invece, dal diario di prigionia di Mustafa Khalifa (La conchiglia, 2007). Se studiata nell’ottica dell’intertestualità, e cioè in rapporto alle opere che l’hanno ispirata, La confessione rivela i suoi temi principali - il rapporto vittima/carnefice e la confessione - in tutta la loro complessità. L’intertestualità, con i suoi rimandi a un testo esistente e al metateatro, riflette sul gioco delle parti e agisce come specchio rivelatore di una confessione che, per essere reale, non può essere estorta.Pubblicazioni consigliate
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