Tra gli oggetti ritrovati nel relitto di Anticitera figurano una quarantina di monete bronzee oltre a 36 emissioni d’argento provenienti da Efeso e Pergamo. Quest’ultime sono datate in un periodo compreso tra la fine del II e la metà del I sec. a.C. Tra le monete bronzee, tre esemplari sono di provenienza siciliana e furono emessi dalle zecche di Catania e Panormo. Essi sono di particolare interesse perché la loro circolazione nell’antichità era molto limitata trattandosi di coni di piccolo taglio non adatti ai grandi commerci marittimi. La loro presenza nel contesto di un relitto di nave il cui carico proveniva dall’Oriente costituisce un’anomalia. Gli esemplari catanesi inoltre vengono datati generalmente nel II sec. a.C. per via dell’effige di Dioniso che ne decora il diritto. Il culto di tale divinità sarebbe stato fortemente sfavorito in seguito al Senatus consultum de Bacchanalibus del 186 a.C. il quale costituirebbe il terminus ante quem per le emissioni con l’effige di Dioniso. Le due monete catanesi mostrano però numerose similitudini con le emissioni di Sesto Pompeo al punto che le ultime sembrerebbero riprendere le prime. Oltre a ciò l’emissione di monete raffiguranti Dioniso sul diritto è attestata in Sicilia anche nel I sec. a.C. Ciò permette di datare le monete siciliane all’epoca del naufragio, nel I sec. a.C., e fa correggere la cronologia delle monete siciliane del tipo ritrovato ad Anticitera. La loro presenza al di fuori del loro abituale contesto indica inoltre come chi le possedeva fosse verosimilmente membro dell’equipaggio di una nave partita dalla Trinacria.

Monete in bronzo siciliane nel relitto di Anticitera

Daniele Castrizio
2021-01-01

Abstract

Tra gli oggetti ritrovati nel relitto di Anticitera figurano una quarantina di monete bronzee oltre a 36 emissioni d’argento provenienti da Efeso e Pergamo. Quest’ultime sono datate in un periodo compreso tra la fine del II e la metà del I sec. a.C. Tra le monete bronzee, tre esemplari sono di provenienza siciliana e furono emessi dalle zecche di Catania e Panormo. Essi sono di particolare interesse perché la loro circolazione nell’antichità era molto limitata trattandosi di coni di piccolo taglio non adatti ai grandi commerci marittimi. La loro presenza nel contesto di un relitto di nave il cui carico proveniva dall’Oriente costituisce un’anomalia. Gli esemplari catanesi inoltre vengono datati generalmente nel II sec. a.C. per via dell’effige di Dioniso che ne decora il diritto. Il culto di tale divinità sarebbe stato fortemente sfavorito in seguito al Senatus consultum de Bacchanalibus del 186 a.C. il quale costituirebbe il terminus ante quem per le emissioni con l’effige di Dioniso. Le due monete catanesi mostrano però numerose similitudini con le emissioni di Sesto Pompeo al punto che le ultime sembrerebbero riprendere le prime. Oltre a ciò l’emissione di monete raffiguranti Dioniso sul diritto è attestata in Sicilia anche nel I sec. a.C. Ciò permette di datare le monete siciliane all’epoca del naufragio, nel I sec. a.C., e fa correggere la cronologia delle monete siciliane del tipo ritrovato ad Anticitera. La loro presenza al di fuori del loro abituale contesto indica inoltre come chi le possedeva fosse verosimilmente membro dell’equipaggio di una nave partita dalla Trinacria.
2021
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