L’uso di internet e dei motori di ricerca ha ridefinito le caratteristiche ed I limiti del “diritto all’oblio”. Le notizie, una volta online sono infatti reperibili da tutti e senza alcun limite temporale tramite l’accesso a motori di ricerca sempre più smart. Oggi è plausibile, anzi è sempre più frequente, che un soggetto, al fine di esercitare il proprio diritto all’oblio, richieda la “deindicizzazione” di una notizia che lo riguarda, anziché l’eliminazione della stessa. La giurisprudenza si è dunque interrogata sulla possibilità di un giudice nazionale di imporre ai motori di ricerca la deindicizzazione di un contenuto anche oltre i confini territoriali nazionali ed europei. Il contributo, dopo aver esaminato la normativa e la giurisprudenza europea in tema di diritto all’oblio, mette in evidenza come la CGUE, con la pronuncia del 24 settembre 2019, abbia offerto una soluzione dialettica, prevedendo che, dinanzi ad un provvedimento di un giudice nazionale, i motori di ricerca avranno l’obbligo di deindicizzare tutti i contenuti presenti nelle versioni europee dei propri archivi informatici, e non anche quelli presenti nelle versioni extraeuropee.
Per la CGUE la deindicizzazione sui motori di ricerca non può essere "globale"
Michele Crisafulli
2020-01-01
Abstract
L’uso di internet e dei motori di ricerca ha ridefinito le caratteristiche ed I limiti del “diritto all’oblio”. Le notizie, una volta online sono infatti reperibili da tutti e senza alcun limite temporale tramite l’accesso a motori di ricerca sempre più smart. Oggi è plausibile, anzi è sempre più frequente, che un soggetto, al fine di esercitare il proprio diritto all’oblio, richieda la “deindicizzazione” di una notizia che lo riguarda, anziché l’eliminazione della stessa. La giurisprudenza si è dunque interrogata sulla possibilità di un giudice nazionale di imporre ai motori di ricerca la deindicizzazione di un contenuto anche oltre i confini territoriali nazionali ed europei. Il contributo, dopo aver esaminato la normativa e la giurisprudenza europea in tema di diritto all’oblio, mette in evidenza come la CGUE, con la pronuncia del 24 settembre 2019, abbia offerto una soluzione dialettica, prevedendo che, dinanzi ad un provvedimento di un giudice nazionale, i motori di ricerca avranno l’obbligo di deindicizzare tutti i contenuti presenti nelle versioni europee dei propri archivi informatici, e non anche quelli presenti nelle versioni extraeuropee.Pubblicazioni consigliate
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