Il singolare poema in prosa Septem sermones ad mortuos è stato redatto da Jung nel gennaio 1916 entro un’atmosfera eccezionalmente pregna di elementi paranormali ed eventi sincronici. Martin Buber lo ha addotto come prova per accusare lo psichiatra svizzero di sostenere un concetto quasi eretico di Dio sotto le forme gnosticheggianti di Abraxas, deità insieme buona e cattiva. In realtà, Abraxas è inteso da Jung in senso poietico come il Dio ultradivino che ha il suo preciso corrispettivo psicologico nel Sé, l’archetipo degli archetipi.

VII sermones ad vivos, notazioni filosofiche e psicologiche a margine del poema di Jung

lucia guerrisi
2016-01-01

Abstract

Il singolare poema in prosa Septem sermones ad mortuos è stato redatto da Jung nel gennaio 1916 entro un’atmosfera eccezionalmente pregna di elementi paranormali ed eventi sincronici. Martin Buber lo ha addotto come prova per accusare lo psichiatra svizzero di sostenere un concetto quasi eretico di Dio sotto le forme gnosticheggianti di Abraxas, deità insieme buona e cattiva. In realtà, Abraxas è inteso da Jung in senso poietico come il Dio ultradivino che ha il suo preciso corrispettivo psicologico nel Sé, l’archetipo degli archetipi.
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