La sentenza delle Sezioni unite della Corte di cassazione sull’art. 384, comma 1, c.p., oltre a sollecitare alcune riflessioni sullo statuto penale della convivenza more uxorio, offre interessanti spunti in materia di interpretazione con particolare riferimento alla praticabilità dell’applicazione analogica delle scriminanti. Il contributo, dopo avere analizzato le argomentazioni formulate a sostegno dei contrapposti orientamenti con riguardo alla possibilità di includere il convivente di fatto tra i destinatari della necessità di salvamento, si sofferma sui limiti dell’analogia in materia penale dei quali sembra non avere adeguatamente tenuto la Corte di cassazione nel suo più recente arresto.
Profili penalistici della convivenza more uxorio.
Giuseppina Panebianco
2021-01-01
Abstract
La sentenza delle Sezioni unite della Corte di cassazione sull’art. 384, comma 1, c.p., oltre a sollecitare alcune riflessioni sullo statuto penale della convivenza more uxorio, offre interessanti spunti in materia di interpretazione con particolare riferimento alla praticabilità dell’applicazione analogica delle scriminanti. Il contributo, dopo avere analizzato le argomentazioni formulate a sostegno dei contrapposti orientamenti con riguardo alla possibilità di includere il convivente di fatto tra i destinatari della necessità di salvamento, si sofferma sui limiti dell’analogia in materia penale dei quali sembra non avere adeguatamente tenuto la Corte di cassazione nel suo più recente arresto.Pubblicazioni consigliate
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