Al cospetto di (sempre) possibili derive autoritarie di un ordinamento democratico, promosse da (più o meno) occasionali “forze antisistema”, sovente si pone il problema di “giuridicizzare e sanzionare”, inter alia, iniziative “lato sensu culturali” tese a diffondere opinioni e convincimenti, incentrati su di una ricostruzione a dir poco fantasiosa della storia, contraddistinti da un chiaro intento settario e discriminatorio indirizzato nei riguardi di popolazioni od etnie che hanno vissuto il dramma della persecuzione razziale. Frutto di sentimenti d’odio, siffatte condotte appaiono essere altresì connotate, ordinariamente, da un carattere suggestivo in quanto volte dinamicamente ad inculcare nell'animo altrui modelli di comportamento che possono operare, con valore orientativo, per il futuro di modo da istigare, per la loro forza persuasiva, al compimento di atti che uno Stato-ordinamento pluralista ha il precipuo dovere di avversare. In consimili occasioni, l’intollerabile offesa arrecata alla dignità della persona, per ragioni di razza, sesso, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, suggerisce di modulare intensità e consistenza degli strumenti sia di prevenzione, sia di repressione, adeguati alle peculiarità apprezzate sia in astratto, in chiave di definizione di politiche criminali efficaci, sia in concreto, circa, in particolare, l’eventuale ricorso a rimedi non solo strettamente punitivi ed afflittivi ma anche riconducibili al modello ideale di giustizia riparativa.

Giustizia riparativa e negazionismo: ricordare, rimediare e riflettere per riconciliare

Luca Buscema
2022-01-01

Abstract

Al cospetto di (sempre) possibili derive autoritarie di un ordinamento democratico, promosse da (più o meno) occasionali “forze antisistema”, sovente si pone il problema di “giuridicizzare e sanzionare”, inter alia, iniziative “lato sensu culturali” tese a diffondere opinioni e convincimenti, incentrati su di una ricostruzione a dir poco fantasiosa della storia, contraddistinti da un chiaro intento settario e discriminatorio indirizzato nei riguardi di popolazioni od etnie che hanno vissuto il dramma della persecuzione razziale. Frutto di sentimenti d’odio, siffatte condotte appaiono essere altresì connotate, ordinariamente, da un carattere suggestivo in quanto volte dinamicamente ad inculcare nell'animo altrui modelli di comportamento che possono operare, con valore orientativo, per il futuro di modo da istigare, per la loro forza persuasiva, al compimento di atti che uno Stato-ordinamento pluralista ha il precipuo dovere di avversare. In consimili occasioni, l’intollerabile offesa arrecata alla dignità della persona, per ragioni di razza, sesso, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, suggerisce di modulare intensità e consistenza degli strumenti sia di prevenzione, sia di repressione, adeguati alle peculiarità apprezzate sia in astratto, in chiave di definizione di politiche criminali efficaci, sia in concreto, circa, in particolare, l’eventuale ricorso a rimedi non solo strettamente punitivi ed afflittivi ma anche riconducibili al modello ideale di giustizia riparativa.
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