Nel presente saggio si auspica il superamento dell’attuale modello di sviluppo, perché altamente inquinante e ingiusto dal punto di vista socio-economico, basato com’è sulla competizione e la prevaricazione, frutto dell’egemonia maschile nelle sedi decisionali e quindi discriminante per i più deboli e per le donne. Queste invece devono guidare una transizione ecologica integrale, perché sono più propense alla custodia del creato e delle future generazioni, nonché al miglioramento delle condizioni di vita generali della società, attraverso la condivisione e il dialogo, piuttosto che con l’imposizione e lo scontro, come sostiene Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’. In particolare, il degrado ecologico e sociale provocato dal sistema androcentrico, ha incrementato i flussi dei migranti c.d. ambientali, che attraversano il Mar Mediterraneo subendo abusi e discriminazioni anche di matrice religiosa. Soprattutto le donne migranti musulmane risultano più vulnerabili anche a causa del retaggio culturale misogino conseguente a una errata e obsoleta interpretazione dei testi coranici. L’Europa può impegnarsi maggiormente nella lotta alle conseguenze negative dei cambiamenti climatici e alle discriminazioni nei confronti dei migranti, attuando politiche ispirate allo sviluppo sostenibile e alla solidale collaborazione interculturale, anche in vista di favorire l’ambizioso e suggestivo tentativo di addivenire ad una più ampia area integrata euromediterranea.

Transizione ecologica integrale e discriminazioni religiose delle donne migranti nel Mediterraneo

Fortunato Freni
2022-01-01

Abstract

Nel presente saggio si auspica il superamento dell’attuale modello di sviluppo, perché altamente inquinante e ingiusto dal punto di vista socio-economico, basato com’è sulla competizione e la prevaricazione, frutto dell’egemonia maschile nelle sedi decisionali e quindi discriminante per i più deboli e per le donne. Queste invece devono guidare una transizione ecologica integrale, perché sono più propense alla custodia del creato e delle future generazioni, nonché al miglioramento delle condizioni di vita generali della società, attraverso la condivisione e il dialogo, piuttosto che con l’imposizione e lo scontro, come sostiene Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’. In particolare, il degrado ecologico e sociale provocato dal sistema androcentrico, ha incrementato i flussi dei migranti c.d. ambientali, che attraversano il Mar Mediterraneo subendo abusi e discriminazioni anche di matrice religiosa. Soprattutto le donne migranti musulmane risultano più vulnerabili anche a causa del retaggio culturale misogino conseguente a una errata e obsoleta interpretazione dei testi coranici. L’Europa può impegnarsi maggiormente nella lotta alle conseguenze negative dei cambiamenti climatici e alle discriminazioni nei confronti dei migranti, attuando politiche ispirate allo sviluppo sostenibile e alla solidale collaborazione interculturale, anche in vista di favorire l’ambizioso e suggestivo tentativo di addivenire ad una più ampia area integrata euromediterranea.
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