Questo lavoro analizza l’influenza esercitata dalle piattaforme digitali nell’incentivare e plasmare il fenomeno dell’hate speech. In particolare è stato analizzato il panorama Incel italiano – gruppo che unisce uomini che si definiscono celibi involontari e che individuano nelle donne la causa della loro solitudine. Ciò si traduce in un’espansione di hate speech e impiego di epiteti denigratori nei confronti del genere femminile. Attraverso il metodo Netnografico saranno evidenziate le narrazioni presenti in tali contesti sociali, generatori anche di un proprio vocabolario atto ad alimentare la coesione tra i suoi membri. Il monitoraggio, caratterizzato da un’osservazione non partecipante, è condotto sul Forum dei Brutti, punto di riferimento del movimento e che, garantendo l’anonimato diventa causa di un sentimento di deresponsabilizzazione del soggetto nell’agire nelle piattaforme digitali. Parole e discorsi d’odio visti nella loro dimensione performativa, e interpretati come fattori insidiosi di gerarchia e ingiustizia sociale, costruiscono, rinforzano o revocano classificazioni, discriminazioni e conflitti.

Un’analisi netnografica sul fenomeno dell’hate speech nella manosfera italiana

Pizzimenti, Debora
Primo
;
Pasciuto, Fabrizia
2022-01-01

Abstract

Questo lavoro analizza l’influenza esercitata dalle piattaforme digitali nell’incentivare e plasmare il fenomeno dell’hate speech. In particolare è stato analizzato il panorama Incel italiano – gruppo che unisce uomini che si definiscono celibi involontari e che individuano nelle donne la causa della loro solitudine. Ciò si traduce in un’espansione di hate speech e impiego di epiteti denigratori nei confronti del genere femminile. Attraverso il metodo Netnografico saranno evidenziate le narrazioni presenti in tali contesti sociali, generatori anche di un proprio vocabolario atto ad alimentare la coesione tra i suoi membri. Il monitoraggio, caratterizzato da un’osservazione non partecipante, è condotto sul Forum dei Brutti, punto di riferimento del movimento e che, garantendo l’anonimato diventa causa di un sentimento di deresponsabilizzazione del soggetto nell’agire nelle piattaforme digitali. Parole e discorsi d’odio visti nella loro dimensione performativa, e interpretati come fattori insidiosi di gerarchia e ingiustizia sociale, costruiscono, rinforzano o revocano classificazioni, discriminazioni e conflitti.
2022
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