Per lungo tempo la Sicilia rappresentò il luogo d’elezione delle teorie di Winckelmann intorno al tema della bellezza ideale, degli effetti del clima sulla struttura fisica e sullo stato morale degli abitanti e dei riflessi che queste componenti ebbero sull’arte degli antichi. Sebbene l’archeologo tedesco avesse progettato di approdare nell’isola per dare alla propria teoria una verifica definitiva, toccò ad alcuni suoi epigoni tradurre – letteralmente – il suo sguardo tra le vestigia della classicità che ancora vi sussistevano. Agli inizi del XIX secolo il dibattito sulla validità di quelle teorie era ancora più che mai acceso, e il suo dettato considerato pressoché intangibile. Eppure, grazie soprattutto ad alcune scoperte archeologiche e alla necessità di aggiornare quei costrutti teorici in una chiave che ne preservasse la validità, l’eredità di Winckelmann s’avviava a un sostanziale ripensamento. In questo saggio si esamina il ruolo che, in ordine a questa riconversione, ebbe il tedesco Jakob Josef von Haus (1748 - 1833) insigne figura di archeologo, conservatore museale e precettore del principe ereditario Francesco di Borbone e animatore tra i maggiori della vita culturale siciliana agli inizi del XIX secolo. [Altro abstract in inglese: For a long time, Sicily represented the place of choice of Winckelmann’s theories regarding the theme of ideal beauty, of the effects of climate on the physical structure and moral status of inhabitants, and how these components reflected on the art of the Ancients. Even though the German archaeologist had planned to land on Sicily, to give his theory definitive verification, it was up to some of his epigones to bring – literally – his gaze among the vestiges of Classicism that still existed there. At the beginning of the 19th century, the debate on the validity of these theories was more heated than ever, and his authority considered almost untouchable. Nevertheless, because of some archaeological discoveries and the need to update these theoretical constructs in a key that would preserve their validity, the Winckelmann legacy was set to a substantial rethinking. This paper examines, in the light of this reconversion, the role held by the German Jakob Josef von Haus (1748-1833), a distinguished archaeologist, museum curator and preceptor to the hereditary prince Francesco di Borbone, and among the major animators of the Sicilian cultural life at the beginning of the 19th century.]

L’eredità di Winckelmann in Sicilia: Jakob Josef von Haus e il tema della emulazione artistica nel dibattito del primo Ottocento

Campione, Francesco Paolo
2022-01-01

Abstract

Per lungo tempo la Sicilia rappresentò il luogo d’elezione delle teorie di Winckelmann intorno al tema della bellezza ideale, degli effetti del clima sulla struttura fisica e sullo stato morale degli abitanti e dei riflessi che queste componenti ebbero sull’arte degli antichi. Sebbene l’archeologo tedesco avesse progettato di approdare nell’isola per dare alla propria teoria una verifica definitiva, toccò ad alcuni suoi epigoni tradurre – letteralmente – il suo sguardo tra le vestigia della classicità che ancora vi sussistevano. Agli inizi del XIX secolo il dibattito sulla validità di quelle teorie era ancora più che mai acceso, e il suo dettato considerato pressoché intangibile. Eppure, grazie soprattutto ad alcune scoperte archeologiche e alla necessità di aggiornare quei costrutti teorici in una chiave che ne preservasse la validità, l’eredità di Winckelmann s’avviava a un sostanziale ripensamento. In questo saggio si esamina il ruolo che, in ordine a questa riconversione, ebbe il tedesco Jakob Josef von Haus (1748 - 1833) insigne figura di archeologo, conservatore museale e precettore del principe ereditario Francesco di Borbone e animatore tra i maggiori della vita culturale siciliana agli inizi del XIX secolo. [Altro abstract in inglese: For a long time, Sicily represented the place of choice of Winckelmann’s theories regarding the theme of ideal beauty, of the effects of climate on the physical structure and moral status of inhabitants, and how these components reflected on the art of the Ancients. Even though the German archaeologist had planned to land on Sicily, to give his theory definitive verification, it was up to some of his epigones to bring – literally – his gaze among the vestiges of Classicism that still existed there. At the beginning of the 19th century, the debate on the validity of these theories was more heated than ever, and his authority considered almost untouchable. Nevertheless, because of some archaeological discoveries and the need to update these theoretical constructs in a key that would preserve their validity, the Winckelmann legacy was set to a substantial rethinking. This paper examines, in the light of this reconversion, the role held by the German Jakob Josef von Haus (1748-1833), a distinguished archaeologist, museum curator and preceptor to the hereditary prince Francesco di Borbone, and among the major animators of the Sicilian cultural life at the beginning of the 19th century.]
2022
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