Il cinema italiano ha spesso (e volentieri) rappresentato i beni di consumo più popolari del miracolo economico. In molti casi i film hanno registrato l'importante cambiamento socio-culturale in atto nel Paese, ma in altri hanno chiaramente incluso alcune forme di pubblicità (indiretta). Come distinguere l'uno dall'altro? Con quali strumenti? Con quali metodi di lavoro? Ispirandosi ai lavori fondamentali di Stephen Gundle sull'ascesa della cultura del consumo occidentale, questo saggio si propone di affrontare le domande di cui sopra, nell'ambito del progetto di ricerca finanziato dal Prin 17 Free Range Chicken. Cinema e nuova cultura del consumo in Italia (1950-1973), combinando l'analisi multimodale socio-semiotica dei film con la ricerca d'archivio. Il progetto muove dall'idea che una storia (culturale) del product placement si collochi all'incrocio tra la storia del cinema, la storia delle istituzioni e della pubblica amministrazione e la storia dell'economia aziendale. [Altro abstract in inglese: Italian cinema has often (and willingly) represented the most popular consumer goods of the economic miracle. In many cases the films recorded the important socio-cultural change taking place in the Country, but in others they clearly included some forms of (indirect) advertising. How to distinguish one from the other? With what tools? With what working methods? Inspired by the seminal works of Stephen Gundle on the rise of the western consumer culture, this essay aims to address the above questions, within the framework of the Prin 17 funded research project Free Range Chicken. Cinema and the New Culture of Consumption in Italy (1950-1973), combining multimodal socio-semiotic film analysis with archival research. It moves from the idea that a (cultural) history of product placement is located at the crossroads between the history of cinema, the history of institutions and public administration, and the history of business economics]

I persuasori (poco) occulti. Per un’archeologia del product placement nel cinema italiano

Vitella, Federico
2022-01-01

Abstract

Il cinema italiano ha spesso (e volentieri) rappresentato i beni di consumo più popolari del miracolo economico. In molti casi i film hanno registrato l'importante cambiamento socio-culturale in atto nel Paese, ma in altri hanno chiaramente incluso alcune forme di pubblicità (indiretta). Come distinguere l'uno dall'altro? Con quali strumenti? Con quali metodi di lavoro? Ispirandosi ai lavori fondamentali di Stephen Gundle sull'ascesa della cultura del consumo occidentale, questo saggio si propone di affrontare le domande di cui sopra, nell'ambito del progetto di ricerca finanziato dal Prin 17 Free Range Chicken. Cinema e nuova cultura del consumo in Italia (1950-1973), combinando l'analisi multimodale socio-semiotica dei film con la ricerca d'archivio. Il progetto muove dall'idea che una storia (culturale) del product placement si collochi all'incrocio tra la storia del cinema, la storia delle istituzioni e della pubblica amministrazione e la storia dell'economia aziendale. [Altro abstract in inglese: Italian cinema has often (and willingly) represented the most popular consumer goods of the economic miracle. In many cases the films recorded the important socio-cultural change taking place in the Country, but in others they clearly included some forms of (indirect) advertising. How to distinguish one from the other? With what tools? With what working methods? Inspired by the seminal works of Stephen Gundle on the rise of the western consumer culture, this essay aims to address the above questions, within the framework of the Prin 17 funded research project Free Range Chicken. Cinema and the New Culture of Consumption in Italy (1950-1973), combining multimodal socio-semiotic film analysis with archival research. It moves from the idea that a (cultural) history of product placement is located at the crossroads between the history of cinema, the history of institutions and public administration, and the history of business economics]
2022
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