Con un taglio comparativo attento alla contemporaneità, il saggio propone una analisi culturologica del primo successo internazionale di Fritz Lang, Der müde Tod (1921) alla luce del contesto cinematografico tedesco degli anni Venti del Novecento. Se la derivazione intermediale del film muto dalla fiaba grimmiana Der Gevatter Tod (1812) definisce l’impianto esotico-avventuroso dell’opera (1. Una fiaba tedesca), tuttavia, il film è allo stesso tempo intrinsecamente connesso al contesto dei milioni di morti del dopoguerra e successivi alla pandemia spagnola (2. Contesti). L’opera filmica di Lang assume in tal senso un ruolo centrale come messa in scena rituale e collettiva, dal momento che assieme ad altri prodotti del cinema tedesco del periodo contribuisce a costruire un immaginario condiviso di fronte al traumatico dopoguerra tedesco (3. Saperi visuali), lasciando emergere dall’inconsapevolezza emotiva il sommerso delle morti nella memoria collettiva e nel discorso pubblico, la cui tematizzazione è visto come distintivo di tutte le produzioni culturali umane (4. Limen).

Tra fiaba e storia: Der müde Tod di Fritz Lang (1921)

Paola Di Mauro
2023-01-01

Abstract

Con un taglio comparativo attento alla contemporaneità, il saggio propone una analisi culturologica del primo successo internazionale di Fritz Lang, Der müde Tod (1921) alla luce del contesto cinematografico tedesco degli anni Venti del Novecento. Se la derivazione intermediale del film muto dalla fiaba grimmiana Der Gevatter Tod (1812) definisce l’impianto esotico-avventuroso dell’opera (1. Una fiaba tedesca), tuttavia, il film è allo stesso tempo intrinsecamente connesso al contesto dei milioni di morti del dopoguerra e successivi alla pandemia spagnola (2. Contesti). L’opera filmica di Lang assume in tal senso un ruolo centrale come messa in scena rituale e collettiva, dal momento che assieme ad altri prodotti del cinema tedesco del periodo contribuisce a costruire un immaginario condiviso di fronte al traumatico dopoguerra tedesco (3. Saperi visuali), lasciando emergere dall’inconsapevolezza emotiva il sommerso delle morti nella memoria collettiva e nel discorso pubblico, la cui tematizzazione è visto come distintivo di tutte le produzioni culturali umane (4. Limen).
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