La Corte europea dei diritti umani, pronunciandosi sul caso Provenzano c. Italia, ha condannato l’Italia per violazione dell’art. 3 Cedu, con riferimento ad un provvedimento di proroga del regime detentivo speciale di cui all’art. 41-bis Op emesso pochi mesi prima della morte del ricorrente, nonostante le sue severe condizioni di salute e il grave deterioramento cognitivo da cui era affetto. Questa sentenza, sollevando un’ondata di sdegno penal-populistica, ha riaperto il dibattito pubblico sulle luci e le ombre del regime differenziato. In questo contributo è contenuta una riflessione, dalla prospettiva di studio internazionalistica, sulla ratio effettiva del “carcere duro” e sui temi spinosi della motivazione dei decreti di proroga e dell’onere della prova, nonché sulla compatibilità di tale regime penitenziario con le norme di Diritto internazionale dei diritti umani che impongono il divieto di tortura e di pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

Riflessioni sul 41-bis a margine della sentenza Provenzano c. Italia

Giulia Colavecchio
2019-01-01

Abstract

La Corte europea dei diritti umani, pronunciandosi sul caso Provenzano c. Italia, ha condannato l’Italia per violazione dell’art. 3 Cedu, con riferimento ad un provvedimento di proroga del regime detentivo speciale di cui all’art. 41-bis Op emesso pochi mesi prima della morte del ricorrente, nonostante le sue severe condizioni di salute e il grave deterioramento cognitivo da cui era affetto. Questa sentenza, sollevando un’ondata di sdegno penal-populistica, ha riaperto il dibattito pubblico sulle luci e le ombre del regime differenziato. In questo contributo è contenuta una riflessione, dalla prospettiva di studio internazionalistica, sulla ratio effettiva del “carcere duro” e sui temi spinosi della motivazione dei decreti di proroga e dell’onere della prova, nonché sulla compatibilità di tale regime penitenziario con le norme di Diritto internazionale dei diritti umani che impongono il divieto di tortura e di pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3254557
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