Il Decreto Legge n. 113 del 2018, noto come "Decreto Sicurezza", trasforma profondamente la normativa interna in materia di immigrazione, asilo e gestione delle frontiere, e prevede norme sulla sicurezza urbana e sui poteri del sindaco. Questo saggio si concentra sulle principali modifiche riguardanti il trattenimento dei richiedenti asilo e la detenzione preventiva. Inoltre, fa riferimento alla previsione di misure volte ad aumentare il numero e le tipologie delle strutture detentive. L'approccio dell'autore è volto a inquadrare tali modifiche nel quadro del diritto internazionale e del diritto dell'Unione europea. Come risultato di questa analisi, l'A. individua una sostanziale continuità delle politiche migratorie italiane caratterizzate da una prospettiva securitaria e solleva dubbi sulla legittimità dell'uso diffuso della detenzione in questo ambito, ritenendo che tali misure di privazione della libertà siano applicate a scopo deterrente e punitivo, invece che rappresentare misure di ultima istanza.

Crimmigration practices. La detenzione dei migranti in Italia dopo l’entrata in vigore del “decreto sicurezza” alla luce del Diritto internazionale e dell’Unione europea

Giulia Colavecchio
2019-01-01

Abstract

Il Decreto Legge n. 113 del 2018, noto come "Decreto Sicurezza", trasforma profondamente la normativa interna in materia di immigrazione, asilo e gestione delle frontiere, e prevede norme sulla sicurezza urbana e sui poteri del sindaco. Questo saggio si concentra sulle principali modifiche riguardanti il trattenimento dei richiedenti asilo e la detenzione preventiva. Inoltre, fa riferimento alla previsione di misure volte ad aumentare il numero e le tipologie delle strutture detentive. L'approccio dell'autore è volto a inquadrare tali modifiche nel quadro del diritto internazionale e del diritto dell'Unione europea. Come risultato di questa analisi, l'A. individua una sostanziale continuità delle politiche migratorie italiane caratterizzate da una prospettiva securitaria e solleva dubbi sulla legittimità dell'uso diffuso della detenzione in questo ambito, ritenendo che tali misure di privazione della libertà siano applicate a scopo deterrente e punitivo, invece che rappresentare misure di ultima istanza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3254621
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