Il contributo prende in esame il linguaggio della Corte costituzionale, con specifico riferimento alla fase della divulgazione del contenuto delle proprie sentenze. A fronte dei benefici in termini di pubblicizzazione, difatti, il micro-piano della lingua utilizzata in occasione di talune recenti iniziative non sempre può incidere positivamente sul macro-piano dell’adesione da parte dell’opinione pubblica. Paradigmatico, in tal senso, si è dimostrato il caso della conferenza stampa del Presidente della Corte costituzionale G. Amato relativa all’inammissibilità della richiesta di abrogazione parziale dell’art. 579 cod. pen. in tema di omicidio del consenziente. Lo studio passa in rassegna prima il c.d. contenente formale di tale iniziativa per poi soffermarsi sul corrispondente contenuto sostanziale, particolarmente distinguendo tra il linguaggio c.d. ex ante-in entrata (utilizzato dal comitato promotore del richiamato referendum) e quello c.d. ex post- in uscita (impiegato dal Presidente, nella citata conferenza stampa), altresì evidenziando come il primo abbia inevitabilmente finito per influire sul secondo. Dopo avere svolto un breve esame dei pregi e dei difetti esibiti de iure condito da tale intervento, il saggio prova conclusivamente ad elaborare de iure condendo una griglia di possibili criteri impiegabili in vista di un futuro riutilizzo di tale strumento (allo scopo, in particolare, di scongiurare il rischio che quanto possa in astratto rappresentare un arricchimento per le prossime strategie comunicative della Corte finisca in concreto per convertirsi in un indesiderabile impoverimento di esse).
Linguaggio della Corte costituzionale e consenso (a margine di una recente tendenza in tema di comunicazione con l’opinione pubblica)
Stefano Agosta
2023-01-01
Abstract
Il contributo prende in esame il linguaggio della Corte costituzionale, con specifico riferimento alla fase della divulgazione del contenuto delle proprie sentenze. A fronte dei benefici in termini di pubblicizzazione, difatti, il micro-piano della lingua utilizzata in occasione di talune recenti iniziative non sempre può incidere positivamente sul macro-piano dell’adesione da parte dell’opinione pubblica. Paradigmatico, in tal senso, si è dimostrato il caso della conferenza stampa del Presidente della Corte costituzionale G. Amato relativa all’inammissibilità della richiesta di abrogazione parziale dell’art. 579 cod. pen. in tema di omicidio del consenziente. Lo studio passa in rassegna prima il c.d. contenente formale di tale iniziativa per poi soffermarsi sul corrispondente contenuto sostanziale, particolarmente distinguendo tra il linguaggio c.d. ex ante-in entrata (utilizzato dal comitato promotore del richiamato referendum) e quello c.d. ex post- in uscita (impiegato dal Presidente, nella citata conferenza stampa), altresì evidenziando come il primo abbia inevitabilmente finito per influire sul secondo. Dopo avere svolto un breve esame dei pregi e dei difetti esibiti de iure condito da tale intervento, il saggio prova conclusivamente ad elaborare de iure condendo una griglia di possibili criteri impiegabili in vista di un futuro riutilizzo di tale strumento (allo scopo, in particolare, di scongiurare il rischio che quanto possa in astratto rappresentare un arricchimento per le prossime strategie comunicative della Corte finisca in concreto per convertirsi in un indesiderabile impoverimento di esse).File | Dimensione | Formato | |
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