Il saggio riconsidera il testo della famosa constitutio di Leone del 472 d.C., accolta in C. 8.37(38).10, con cui si autorizzò la conclusione di stipulationes «quibuscumque verbis pro consensu contrahentium compositae», cercando di risalire al significato della locuzione «non sollemnibus vel directis (verbis)». Partendo da alcune testimonianze generalmente poco valorizzate dalla dottrina a tale riguardo, l’A. trova delle conferme alla tesi secondo la quale il nucleo portante della riforma sarebbe consistito nel riconoscere la firmitas delle stipulationes non connotate dal tradizionale schema della interrogatio/responsio e ne rimarca la significativa incidenza sulla disciplina delle stipulazioni tardo-imperiali.
Stipulationes non sollemnibus vel directis verbis compositae. Contributo all'esegesi di C. 8.37(38).10
Alessandro Cusma' Piccione
2023-01-01
Abstract
Il saggio riconsidera il testo della famosa constitutio di Leone del 472 d.C., accolta in C. 8.37(38).10, con cui si autorizzò la conclusione di stipulationes «quibuscumque verbis pro consensu contrahentium compositae», cercando di risalire al significato della locuzione «non sollemnibus vel directis (verbis)». Partendo da alcune testimonianze generalmente poco valorizzate dalla dottrina a tale riguardo, l’A. trova delle conferme alla tesi secondo la quale il nucleo portante della riforma sarebbe consistito nel riconoscere la firmitas delle stipulationes non connotate dal tradizionale schema della interrogatio/responsio e ne rimarca la significativa incidenza sulla disciplina delle stipulazioni tardo-imperiali.File | Dimensione | Formato | |
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