L'articolo mira a dimostrare che il pensiero politico di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile è fondato su una interpretazione religiosa della vita dello spirito, che assume nei due pensatori configurazioni profondamente differenti perchè riconducibili alle loro opposte concezioni speculative. Nel pensiero di Gentile lo Stato realizza il momento etico dello spirito, che è il risultato del riconoscimento individuale dell'universalità del valore nel quale secondo il filosofo consiste il carattere speculativo della religiosità. In questo contesto, il singolo proietta sè stesso nell'universalità dello Stato, e la libertà deve sottomettersi dialetticamente alla legge che lo Stato realizza. Croce invece mantiene la distinzione tra il momento economico, incarnato dallo Stato, e il momento etico, che esprime l'unversalità del valore morale. Attraverso la sua religione della libertà, il filosofo riconosce il principio produttivo della realtà nella pluralità delle sue forme, la cui autonomia riconosce e preserva. Quella di Croce è pertanto una religione dello spirito come intero, che è antitetica alla gentiliana religione dello spirito come unità. This paper aims to show that both Benedetto Croce and Giovanni Gentile’s political thought are based on a religious interpretation of the life of spirit, which, however, takes profoundly different configurations because it is rooted in the opposite speculative conceptions of each of the two philosophers. In Gentile’s thought the State fulfills the ethical moment of the spirit, which is the result of the individual’s recognition of the universality of value in which the philosopher’s speculative definition of religiosity consists. In this context, the individual must project himself into the universality of the State, and freedom must submit dialectically to the law that the State brings into effect. Croce instead maintains the distinction between Economics, proper to the State, and Ethics, which expresses the universality of moral value. By his religion of freedom, the philosopher acknowledges the productive principle of reality in the plurality of its forms, whose autonomy he preserves. Croce’s is thus a religion of the spirit as Whole, antithetical to Gentile’s religion of the spirit as Unity.
Le religioni dello spirito. Libertà, etica e politica in Benedetto Croce e Giovanni Gentile.
R. Faraone
2023-01-01
Abstract
L'articolo mira a dimostrare che il pensiero politico di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile è fondato su una interpretazione religiosa della vita dello spirito, che assume nei due pensatori configurazioni profondamente differenti perchè riconducibili alle loro opposte concezioni speculative. Nel pensiero di Gentile lo Stato realizza il momento etico dello spirito, che è il risultato del riconoscimento individuale dell'universalità del valore nel quale secondo il filosofo consiste il carattere speculativo della religiosità. In questo contesto, il singolo proietta sè stesso nell'universalità dello Stato, e la libertà deve sottomettersi dialetticamente alla legge che lo Stato realizza. Croce invece mantiene la distinzione tra il momento economico, incarnato dallo Stato, e il momento etico, che esprime l'unversalità del valore morale. Attraverso la sua religione della libertà, il filosofo riconosce il principio produttivo della realtà nella pluralità delle sue forme, la cui autonomia riconosce e preserva. Quella di Croce è pertanto una religione dello spirito come intero, che è antitetica alla gentiliana religione dello spirito come unità. This paper aims to show that both Benedetto Croce and Giovanni Gentile’s political thought are based on a religious interpretation of the life of spirit, which, however, takes profoundly different configurations because it is rooted in the opposite speculative conceptions of each of the two philosophers. In Gentile’s thought the State fulfills the ethical moment of the spirit, which is the result of the individual’s recognition of the universality of value in which the philosopher’s speculative definition of religiosity consists. In this context, the individual must project himself into the universality of the State, and freedom must submit dialectically to the law that the State brings into effect. Croce instead maintains the distinction between Economics, proper to the State, and Ethics, which expresses the universality of moral value. By his religion of freedom, the philosopher acknowledges the productive principle of reality in the plurality of its forms, whose autonomy he preserves. Croce’s is thus a religion of the spirit as Whole, antithetical to Gentile’s religion of the spirit as Unity.File | Dimensione | Formato | |
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