L’idea vulgata della foresta medievale come terreno incolto e remoto non corrisponde alla realtà della documentazione: sin dall’alto medio evo, infatti, la foresta faceva parte del consorzio umano e veniva intensamente sfruttata per le sue risorse, anche grazie alla sistematica conversione agricola di alcune sue porzioni. Tuttavia, l’immagine che emerge dalle opere della narrativa cortese è decisamente opposta e risente piuttosto del retaggio culturale, responsabile della figurazione letteraria come di luogo inquietante, in cui si agitano forze sovrannaturali. Tale immagine, sicuramente preponderante e dunque privilegiata negli studi, ha messo in ombra l’osservazione dei lineamenti reali dello spazio selvatico negli autori del Medioevo occidentale. Nel saggio si cerca di rilevare le tracce riconducibili al paesaggio boschivo reale nei romanzi di Chrétien de Troyes.
«Par plains ne par forez»: lineamenti del territorio forestale nei romanzi di Chrétien de Troyes
Fortunata Latella
2024-01-01
Abstract
L’idea vulgata della foresta medievale come terreno incolto e remoto non corrisponde alla realtà della documentazione: sin dall’alto medio evo, infatti, la foresta faceva parte del consorzio umano e veniva intensamente sfruttata per le sue risorse, anche grazie alla sistematica conversione agricola di alcune sue porzioni. Tuttavia, l’immagine che emerge dalle opere della narrativa cortese è decisamente opposta e risente piuttosto del retaggio culturale, responsabile della figurazione letteraria come di luogo inquietante, in cui si agitano forze sovrannaturali. Tale immagine, sicuramente preponderante e dunque privilegiata negli studi, ha messo in ombra l’osservazione dei lineamenti reali dello spazio selvatico negli autori del Medioevo occidentale. Nel saggio si cerca di rilevare le tracce riconducibili al paesaggio boschivo reale nei romanzi di Chrétien de Troyes.Pubblicazioni consigliate
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