In alcuni suoi scritti, da Una stanza tutta per sé ad Anon, Virginia Woolf parla diffusamente dell’Autore Anonimo nella letteratura inglese che diventa incarnazione fittizia dell’oralità e protagonista della sua ultima opera, rimasta incompiuta. Anon si trasforma così in simbolo e insieme in vessillifero di una tradizione inattingibile e imperscrutabile, dal punto di vista critico, fino a quando non cede allo svelamento, al palesamento – anche, in qualche modo, al tradimento –, cioè alla fissazione testuale scritta (le ultime parole del suo “saggio romanzesco” sono «Anon è morto»). L’opera fotografica parrebbe riprodurre, nei testi teorici di Luigi Ghirri, questo passaggio virtuale, da una sorta di “visione comune” della realtà (quindi anonima, collettiva, antisoggettiva) all’“impressione” di immagini sulla lastra.
Il narratore assente e la fotografia: tra Virginia Woolf e Luigi Ghirri
Scotti
2023-01-01
Abstract
In alcuni suoi scritti, da Una stanza tutta per sé ad Anon, Virginia Woolf parla diffusamente dell’Autore Anonimo nella letteratura inglese che diventa incarnazione fittizia dell’oralità e protagonista della sua ultima opera, rimasta incompiuta. Anon si trasforma così in simbolo e insieme in vessillifero di una tradizione inattingibile e imperscrutabile, dal punto di vista critico, fino a quando non cede allo svelamento, al palesamento – anche, in qualche modo, al tradimento –, cioè alla fissazione testuale scritta (le ultime parole del suo “saggio romanzesco” sono «Anon è morto»). L’opera fotografica parrebbe riprodurre, nei testi teorici di Luigi Ghirri, questo passaggio virtuale, da una sorta di “visione comune” della realtà (quindi anonima, collettiva, antisoggettiva) all’“impressione” di immagini sulla lastra.File | Dimensione | Formato | |
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