La paternità delle immagini poste a corredo dei Dieci libri di Daniele Barbaro, pubblicati a Venezia nel 1556 da Francesco Marcolini, costituisce probabilmente uno dei temi più discussi nella storia del libro illustrato veneziano del Cinquecento. Non sono mancati infatti, e tuttora non mancano, dubbi e perplessità circa l’identità dell’autore, o degli autori, dell’apparato di immagini che accompagna il testo critico del patrizio veneziano, in particolare nella sua parte finale (libri VII-X): dubbi e perplessità che hanno dato vita nel corso del tempo a diverse proposte identificative che hanno chiamato in causa alcuni tra i principali artefici attivi nella scena artistica veneziana di pieno Cinquecento, tra cui Giuseppe Salviati, Paolo Veronese e lo stesso Francesco Marcolini. Questo contributo intende portare qualche elemento di novità – e, si spera, di maggiore chiarezza – su una questione, come quella delle immagini vitruviane, tutt’altro che laterale nella storia del libro, che investe non solo problemi di filologia visuale ma anche questioni sul ruolo e l’importanza delle immagini nella traduzione di idee complesse.

Ancora sulle illustrazioni dei Dieci Libri dell’Architettura di Daniele Barbaro (1556): una proposta per Giovanni Antonio Rusconi

Mattia Biffis
2024-01-01

Abstract

La paternità delle immagini poste a corredo dei Dieci libri di Daniele Barbaro, pubblicati a Venezia nel 1556 da Francesco Marcolini, costituisce probabilmente uno dei temi più discussi nella storia del libro illustrato veneziano del Cinquecento. Non sono mancati infatti, e tuttora non mancano, dubbi e perplessità circa l’identità dell’autore, o degli autori, dell’apparato di immagini che accompagna il testo critico del patrizio veneziano, in particolare nella sua parte finale (libri VII-X): dubbi e perplessità che hanno dato vita nel corso del tempo a diverse proposte identificative che hanno chiamato in causa alcuni tra i principali artefici attivi nella scena artistica veneziana di pieno Cinquecento, tra cui Giuseppe Salviati, Paolo Veronese e lo stesso Francesco Marcolini. Questo contributo intende portare qualche elemento di novità – e, si spera, di maggiore chiarezza – su una questione, come quella delle immagini vitruviane, tutt’altro che laterale nella storia del libro, che investe non solo problemi di filologia visuale ma anche questioni sul ruolo e l’importanza delle immagini nella traduzione di idee complesse.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3318269
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